GIUSEPPE CONTE e la BASILICATA di ROCCO SCOTELLARO
Non solo, con la Legge di Bilancio abbiamo stanziato 7,51 milioni di euro per tutti i 131 Comuni lucani per interventi di messa in sicurezza degli edifici pubblici, di risparmio energetico, per l’abbattimento delle barriere architettoniche.
Inoltre nei prossimi giorni presenteremo il Piano per il Sud
Sono stato più volte in Basilicata in questi mesi.
A Matera in occasione delle iniziative per la ‘Capitale europea della cultura’, a Potenza per incontrare la comunità e le istituzioni locali, le associazioni imprenditoriali e di categoria con le quali abbiamo deciso di avviare un programma di sviluppo del territorio.
Proprio a Palazzo Chigi, ieri, ho presieduto la prima riunione del Tavolo del Contratto istituzionale di sviluppo per la Basilicata: 156 le proposte arrivate da Comuni, province, associazioni, e che da oggi andremo a valutare e selezionare, grazie al supporto tecnico di Invitalia.
Stiamo parlando di investimenti e interventi strategici legati all’attrattività turistica, alla valorizzazione del patrimonio ambientale, al potenziamento infrastrutturale.
La Basilicata è una regione dalle enormi potenzialità, con solide tradizioni artistiche e culturali, che però sconta un rilevante gap infrastrutturale ed economico.
Adesso, con il Contratto istituzionale di sviluppo, vogliamo offrire una nuova opportunità di rilancio del territorio.
Non solo, con la Legge di Bilancio abbiamo stanziato 7,51 milioni di euro per tutti i 131 Comuni lucani per interventi di messa in sicurezza degli edifici pubblici, di risparmio energetico, per l’abbattimento delle barriere architettoniche.
Inoltre nei prossimi giorni presenteremo il Piano per il Sud.
I lucani sono persone tenaci, genuine, lavoratori infaticabili.
A loro, alle loro qualità ho voluto dedicare i versi di una poesia di Rocco Scotellaro, che mi sono molto cari.
NOI NON CI BAGNEREMO SULLE SPIAGGE
“Noi non ci bagneremo sulle spiagge
a mietere andremo noi
e il sole ci cuocerà come la crosta del pane.
Abbiamo il collo duro, la faccia
di terra abbiamo e le braccia
di legna secca colore di mattoni.
Abbiamo i tozzi da mangiare
insaccati nelle maniche
delle giubbe ad armacollo.
Dormiamo sulle aie
attaccati alle cavezze dei muli.
Non sente la nostra carne
il moscerino che solletica
e succhia il nostro sangue.
Ognuno ha le ossa torte
non sogna di salire sulle donne
che dormono fresche nelle vesti corte”