CIA: «SUI CINGHIALI SEGUIRE L’UMBRIA»
La proposta della Confederazione Italiana Agricoltori per risolvere l’emergenza
«Per affrontare l’ “emergenza cinghiali” in Basilicata si può seguire l’esempio della Regione Umbria che con proprio provvedimento autorizza l’agricoltore in possesso di licenza di caccia a tutelare la sua proprietà e i beni agrari»: la proposta è della Cia-Agricoltori Basilicata che nei giorni scorsi ha consegnato al Presidente del Consiglio Regionale Cicala e a tutti i capigruppo in Consiglio un documento che contiene una serie di indicazioni pratiche.
La Cia parla di autentica svolta attuata dalla Regione Umbria: «in caso di presenza di cinghiali sul proprio terreno – dichiara la Cia – l’agricoltore dovrà rivolgersi all’Atc (Ambito territoriale di caccia) competente, il quale avrà non più 48 ore, ma solo 4, per poter intervenire; trascorso questo tempo l’agricoltore è autorizzato ad agire direttamente, se munito di licenza di caccia, mantenendo ugualmente il diritto all’indennizzo dei danni causati». «E’ stata dunque accolta – ha dichiarato la Confederazione – una delle nostre proposte su un problema che da anni denunciamo con forza: la necessità di rivedere il piano faunistico venatorio. Giudichiamo più che ragionevole la decisione di ridurre i tempi di attesa, dando la possibilità all’agricoltore di intervenire prontamente tutelando il suo lavoro e il suo reddito, salvaguardando al contempo la possibilità di richiedere l’indennizzo quando necessario».
La Cia ritiene tuttavia che il provvedimento della Regione Umbria sia solo un tassello nella grande proposta di modifica della Legge sulla Caccia che chiede da anni. Si stima che i cinghiali siano oltre 120 mila in Basilicata, almeno secondo le previsioni dell’Osservatorio regionale degli habitat naturali.