Marianna e la sindrome di Down: “Ho un cromosoma in più, quello della gioia”
Una delle interviste più belle che abbia realizzato.
Vi chiedo di leggerla perché Marianna è straordinaria, ma soprattutto vi chiedo di condividerla ovunque, anche in pagina di Checco Zalone: non ho potuto prometterle di realizzare il suo sogno, ma farò il possibile affinché questo accada
{da ATTUALITÀ LA STANZA DI IACOPO 17 FEBBRAIO 2020 ore 16:05}
Una delle interviste più belle che abbia realizzato.
Vi chiedo di leggerla perché Marianna è straordinaria, ma soprattutto vi chiedo di condividerla ovunque, anche in pagina di Checco Zalone: non ho potuto prometterle di realizzare il suo sogno, ma farò il possibile affinché questo accada. ❤️
Marianna e la sindrome di Down: “Ho un cromosoma in più, quello della gioia”
Marianna Peduto ha 26 anni e vive a Posada, si è diplomata con 100, ama la musica e la recitazione, ma soprattutto ha una profondità incredibile. Conosce a memoria i film di Checco Zalone e il suo sogno più grande è quello di incontrarlo (ma anche quello di rispettare la dieta, visto quanto è golosa!)
“Sogno di essere una donna in carriera, sposata e con un figlio. Ma anche Checco Zalone”
Quella che sto per raccontarvi è una storia straordinaria, non perché riguarda una ragazza con disabilità (basta con questo stereotipo dell’handicappato-eroe per il solo fatto che respiri), ma perché Marianna Peduto straordinaria lo è davvero.
Mettetevi comodi perché ha tanto di emozionante da raccontare, giuro che non ve ne pentirete.
Marianna ha ventisei anni, vive nella splendida Sardegna (a Posada) con la mamma insegnante di matematica, il padre commerciante di pesce e la nonna. La sorella, anche lei insegnante, vive a Milano.
Ah, Marianna ha un cromosoma in più, ma questo ha poca importanza…
“Ho frequentato il Liceo Pedagogico-Musicale di Nuoro e all’esame di maturità sono uscita con 100: un exploit pazzesco e inaspettato questo diploma!”
È così che, insieme alla sua amica Mary, inizia la nostra chiacchierata. Mi racconta di come le piaceva studiare, soprattutto musica, che tutt’oggi continua a vivere attraverso il canto.
“Nel tempo libero esco con gli amici: andiamo al cinema, facciamo shopping, visitiamo qualche museo…
Ma il canto e la recitazione sono le mie più grandi passioni”
Ecco, Marianna è quella piena di sogni ed entusiasmo, che “quando ho saputo di avere la Trisomia21 – così dice lei – non l’ho accettato e non volevo più stare con gli altri. Ma oggi per me è pura adrenalina, io lo chiamo ‘Il cromosoma della gioia’!”
E allora cosa direbbe a chi si abbatte ogni giorno?
“Per molte persone non è facile farsi accettare. Io mi sono sempre trovata bene con tutti. Le persone mi vogliono bene, sono stata fortunata… Alle vittime di bullismo consiglierei di parlarne, sempre. Con i genitori prima di tutto, poi con gli insegnanti o con gli amici”
Marianna, purtroppo, non ha un lavoro nonostante la sua idoneità certificata da una commissione medica.
“Lo sto ancora aspettando!”, mi dice con un velo di malinconia in fondo ai bellissimi occhi azzurri. Eppure la sua espressione cambia subito dopo, quando mi racconta quanto piene siano le sue giornate, non solo presso l’associazione CEAS dove svolge varie attività.
“Il mio amore per la recitazione è nato all’improvviso. Faccio teatro dalle scuole elementari, per me è liberatorio! L’ultima volta ho interpretato in uno spettacolo i pensieri di Eleonora D’Arborea. E poi mi piacciono i film comici”
A proposito di film comici: Marianna conosce a memoria tutti i film di Checco Zalone, del quale è innamorata persa. No, non così per dire, ma li recita davvero! Un amore nato da un altro amore, a dirla tutta…
“Allora… Ero fidanzata con un ragazzo ma mi ha scaricata! Per questo mi sono buttata giù. Non ridere, perché è la verità tesoro!” dice con fare melodrammatico alla sua amica Mary seduta vicino. E poi prosegue: “Sono un po’ morta dentro. Poi però è capitato, per caso, di vedere qualche sketch di Checco Zalone. Mi piace tutto di lui: le sue canzoni, come parla…”
Qui Marianna si interrompe e mi spara una scena copia-incollata di quasi due minuti dal film “Che bella giornata!”, il suo preferito: un dialogo tra Checco e Farah all’interno di un museo, con tanto di imitazione di Santa Teresa in estasi. Sono travolto, non so se ridere per la sua simpatia o restare bloccato dalla sua bravura.
Allora le chiedo cosa vorrebbe fare “da grande”:
“Mi piacerebbe trovare un lavoro come tutti. Poi, vabeh, ho tre sogni nel cassetto: il primo è fare un duetto con Tiziano Ferro, il secondo è cantare ‘Il mio inizio sei tu’ con Fiorello… e il terzo, ovviamente, è quello di incontrare il mio idolo Checco Zalone: questo sì che sarebbe stupendo!”
Ma per un attimo torniamo alla disabilità. Sì perché va bene i tanti sogni, tutte le attività, i progetti nel cassetto… Ma la vita vera è anche altro, e con Marianna sento di poter scavare ancora a fondo tra le pieghe meno facili. Così domando, vista la sua forte consapevolezza, se si sente diversa dagli altri e prova delle difficoltà quotidiane:
“Beh, non sono in grado di fare certe cose, ad esempio non posso avere una macchina…” e qui resta in silenzio diversi secondi, con aria un po’ triste “…e non ho un fidanzato. Per me è difficile perché sono diversa dagli altri. Cioè… Non proprio diversa-diversa, però ho più difficoltà a trovare un ragazzo, ecco. Però il canto e la recitazione sono i miei punti di forza, e mia madre! Senza di lei e i miei amici non potrei vivere.”
Prima di chiudere l’intervista avverto Marianna che può sfruttare questa occasione per ringraziare qualcuno. Lei non se lo fa dire due volte, è un fiume in piena:
“Vorrei ringraziare te per questa intervista, sono emozionatissima! Poi la mia famiglia. E poi vorrei ringraziare Flavio, il mio istruttore di ginnastica dolce, Mara che è la mia insegnante di total-body e Angela che mi insegna salsa e bachata.”
“Ma come, fai anche queste cose??” le chiedo ancora una volta sorpreso. Vorrei quasi sospettare che mi stia prendendo in giro, ma l’amica Mary conferma tutto con un cenno della testa, divertita.
“Sì, faccio palestra la mattina dal lunedì al venerdì, e tre o quattro volte a settimana faccio sia ginnastica dolce che salsa e bachata, però la sera. Seguo anche una dieta, partecipo alle attività di teatro e musica qui dove vivo, la mattina faccio attività presso un centro con Laura, la mia pedagogista, e a volte esco con gli amici. Poi tutti i giorni seguo una cura, eh! Prendo la pastiglia per la tiroide, appena sveglia…”
Non capisco cosa c’entri la tiroide così, buttata con il resto degli altri impegni, cioè sì, ma lei è così travolgente da stordire di bellezza.
Eppure lo avverte, e infatti prosegue:
“…dipende dalla mia sindrome, infatti faccio spesso tutti i controlli. Ora li faccio qui in Sardegna, prima andavo anche a Roma solo che mamma non mi vuole portare più perché dice che sono ‘llllleggermente ingrassata’ e si vergogna, perché ci farei una figuraccia poi col medico.” E si mette a ridere, di quelle risate piene che solleticano il cuore.
“Infatti fare la dieta è un po’ difficile perché sono molto golosa, ma ci sto provando”
Ci stiamo per salutare, ma dopo averla guardata negli occhi non posso chiudere senza l’ultima, istintiva, domanda.
“Marianna, sei felice?”
“Sì, perché in tanti mi vogliono bene, anche se so che ci sono pregiudizi nelle persone ma perché non conoscono e hanno paura! Vorrei dire alla gente di uscire dal guscio in cui è rinchiusa, ad esempio chi ha la sindrome di Down. Come dice Papa Francesco: ‘Non bisogna nascondersi, bisogna uscire e amare!’. Anche mia madre era spaventata, ma col tempo qualcuno le ha fatto cambiare idea e ora la mia famiglia vede la mia sindrome più come una benedizione. Questo grazie alla fede… e grazie a me, eh!
Non temete, soprattutto i genitori: siate forti.”
Iacopo Melio
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