SETARO REPLICA A TOGNI, PRESIDENTE ANEV
«Rabbrividisco quando si definisce la Basilicata “territorio abbandonato”»
Non sono passate inosservate le parole del dottor Simone Togni, Presidente Anev- Associazione Nazionale Energia del Vento, espressosi sulla questione eolico, con riferimento alla Basilicata.
A rispondergli è il Sindaco di Muro Lucano che da oltre un anno si batte per la tutela del territorio, Giovanni Setaro, il quale, con un post pubblicato sulla propria pagina social scrive: «Ho avuto modo di leggere le parole a firma del dottor Togni ed oltre a sentirmi offeso in quanto lucano, ho trovato il suo pensiero di una insensibilità totale per la Basilicata e non solo. Al posto suo mi farei una domanda molto profonda chiedendomi come mai esistano dei Sindaci che sono pronti a mobilitare un’intera Regione anche scendendo in campo fisicamente. Personalmente -prosegue il sindaco di Muro Lucano- nella logica delle cosiddette energie alternative, non vedo altro che speculazione e devastazione del territorio e la Basilicata ne è l’esempio con oltre 1500 pale eoliche sparse su tutto il territorio, la regione con il più alto numero di tutta la nazione, a beneficio di chi? Basti pensare che esistono realtà come la Lombardia dove gli aerogeneratori non arrivano a venti. Perché il problema sarebbe la Basilicata? il Presidente dell’Anev parla seriamente quando dice che non bisogna mettere altri vincoli? Mi chiedo dove sia il rispetto delle comunità, dei luoghi e della stessa vocazione di questi -incalza Setaro-
L’eolico compromette le programmazioni dei territori, il turismo e l’agricoltura. Oltre al danno al paesaggio e all’inquinamento acustico, bisogna pensare al rischio idrogeologico, archeologico e ambientale.
Vedere i luoghi familiari della propria vita radicalmente mutati e sconvolti da un giorno all’altro. L’impatto poi si ripercuote per ampio raggio sull’aspetto generale dei luoghi di insediamento, distruggendone il valore paesaggistico e panoramico e facendone decadere le vocazioni turistiche.
Per installare i parchi è necessario smembrare intere montagne – spiega Setaro- scavi, manufatti, scassi, nuovi elettrodotti, chilometri di nuove reti stradali di servizio, che ancora una volta deteriorano l’integrità del paesaggio. Per non parlare dei plinti in cemento armato profondissimi che diventerebbero veri e propri bunker che difficilmente verranno smaltiti. La vita di una pala eolica dura circa 20 anni e poi? cosa rimarrà sul territorio? Un patrimonio distrutto in maniera irreversibile.
Mi chiedo se realmente l’eolico lo possiamo definire energia green, ma a questo punto non credo, se a quanto detto, ci andiamo ad aggiungere che ormai è noto che anche le turbine eoliche rilasciano SF6, il gas serra più potente oggi conosciuto e le sue emissioni sono aumentate rapidamente negli ultimi anni, come conseguenza involontaria proprio del boom dell’energia verde.
Dovremmo poi parlare della qualità degli impianti, molto spesso già usati e di origine ambigua.
Rabbrividisco – replica duramente Setaro- quando in un passaggio, sempre lo stesso Presidente dell’Anev, definisce la Basilicata “territorio abbandonato”. Un discorso nel quale si vuole far passare l’eolico come volano per un’economia che trasforma i nostri contadini in pseudo-ragionieri pronti ad installare pale su terreni dove prima si coltivava, ai quali rimarrà solo una triste eredità di un patrimonio devastato e da bonificare. L’intenso sfruttamento energetico in Basilicata, sta creando impatti significativi sul territorio, mentre le infrastrutture energetiche (pozzi petroliferi, elettrodotti, centri di trattamento e stoccaggio, cavidotti, centrali di smistamento) e quelle di supporto (strade, cementificazione) creano profitto per pochi ed impatti rilevanti per l’ambiente e le comunità locali.
Occorrono regole chiare e valide per tutti. Senza quelle, la Basilicata dal punto di vista energetico sarà sempre ostaggio delle lobby dell’industria fossile e dei comitati nimby -conclude il Sindaco di Muro-
Credo che, ad un certo punto, dovremmo iniziare a parlare seriamente di idroelettrico e di turismo. Probabilmente il vero connubio tra energie green, agricoltura e sviluppo del territorio. I Sindaci e le comunità non si fermeranno».