POLESE: «LA COMUNICAZIONE È UNA COSA SERIA»
Il vice presidente del Consiglio a colpi d’ascia contro le decisioni di Re Carmine che fa fare lavoro giornalistico a gente senza titolo
«La comunicazione è una cosa molto seria e come tale va gestita». A tuonare è il consigliere regionale di Italia Viva Mario Polese dopo il pasticcio comunicativo fatto sui social del Consiglio regionale dai funzionari dell’Ente nominati dal Presidente Cicala al posto dei giornalisti. L’ultimo caso riguarda l’informazione scorretta riportata sui lavori della Commissione congiunta, svoltasi giovedì, per l’approvazione del nuovo Piano di Bacino del Tpl. Al momento del voto l’opposizione non era presente, era uscita in segno di protesta per il mancato rinvio della seduta non solo vista l’emergenza sanitaria in corso, ma soprattutto per richiedere un maggiore approfondimento del Piano vista la mancata posizione favorevole espressa da diversi sindaci e sindacati al riguardo. La notizia però pubblicata sui social ufficiali del Consiglio regionale avrebbe riportato semplicemente “approvato il nuovo Piano di Bacino del Tpl” senza nessun altra spiegazione. La notizia riportata ha fatto, come è giusto che fosse, infuriare il consigliere di Italia Viva Lucana Braia, che ne ha chiesta l’immediata rimozione non riportando la verità dei fatti.
Una incresciosa situazione che ha fatto riaccendere i fari sulla scelta del presidente Cicala, denunciata da Cronache gia da diverso tempo, di non effettuare una nuova gara per la gestione dell’affidamento dei social dell’Ente e di mandare a casa anche due giornalisti delle agenzie stampa che erano di supporto nelle informazioni delle Commissioni. Per Cicala la comunicazione, a quanto detto dai bene informati, può essere gestita dai semplici funzionari dell’Ente, anche se questi poco o nulla centrano con la comunicazione. Ma se per l’intera maggioranza la questione può passare indisturbata, facendo quasi passare il messaggio che bisogna supportare una comunicazione di “regime”, per l’opposizione non è così.
«Quello che è accaduto nella gestione informativa dell’ultima Commissione è oggettivamente molto spiacevole -spiega Polese-. La comunicazione è una cosa molto seria. Va fatta dalle persone competenti in materia. Io stesso che non sono del mestiere potrei avere delle difficoltà». Il consigliere di Italia Viva, in modo positivo lancia un appello all’intera Assise e al presidente Cicala: «Reputo opportuno che queste funzioni, così come è sempre stato, siano affidate a professionisti, anche interni o scelti con un avviso. Purché siano giornalisti e abbiano competenze anche sull’utilizzo dei social network”.
Il consigliere di Italia Viva ha messo sul piatto tutti i temi caldi che riguardano il mondo dell’informazione dell’Ente che da un po di tempo mostrano lacune. La pluralità di fonti in un Consiglio, sia attraverso i social che attraverso il lavoro svolto nelle Commissioni, dovrebbe essere sempre garantito per mandare un messaggio di terziarietà anche come ribadito dalla stessa Costituzione italiana. Far gestire direttamente a funzionari regionali, sotto le strette dipendenze lavorative del Presidente Cicala, anche l’informazione non si mostra più come una voce imparziale di quello che accade.
È grave non solo aver sbagliato il messaggio dell’andamento della Commissione sui social ma anche aver dimenticato (come successo sempre avantieri) di postare l’inizio della seduta dell’Assise per permettere così a tutti i lucani di seguire via streaming l’andamento dei lavori.
L’appello lanciato da Polese, così come quello già accolto proprio venerdì sulla battaglia fatta per giorni da Cronache Lucane per l’introduzione dello smart working per tutti i lavoratori del Consiglio ci auguriamo sia presa in considerazione e attuata dal dg Agostino e dal presidente Cicala.
L’assenza di una giusta informazione potrebbe, come già accaduto all’opposizione, far passare un messaggio distorto di quello che realmente accade in Consiglio regionale. La comunicazione, come la stessa informazione, sta vivendo una crisi profonda, va difesa come bene culturale del Paese. Per garantire il pluralismo di voci i primi a tutelare il supporto prezioso dei giornalisti dovrebbero essere proprio gli Enti, per questo il Consiglio regionale ha l’obbligo di sostenere una professione profondamente in difficoltà. Ma questo non certo avviene rimpiazzando giornalisti con semplici funzionari , ma serve elogiare le loro doti e far si che il loro lavoro venga tutelato alla stessa stregua di quello degli altri: comunicatori non ci si improvvisa nè sui social nè sulle agenzie.