C.I.A.: «LATTE DA ZONE NON MEGLIO PRECISATE»
Agricoltori Basilicata: «stringenti controlli su tali arrivi; penalizzate le aziende lucane»
Il nuovo DPCM per contenere la diffusione del Coronavirus, approvato la scorsa notte, ribadisce che l’agro-alimentare è un settore essenziale che non può e né deve fermarsi. All’interno di questo comparto, che vede da settimane agricoltori, produttori, allevatori in uno sforzo eccezionale per non far mancare i prodotti alimentari nelle case, c’è un settore specifico – il lattiero-caseario – sul quale la Cia- Agricoltori Basilicata continua a sollecitare maggiore attenzione e con essa misure straordinarie.
Per la CIA urge assumere posizioni nette e di condanna senza appello in particolare in questo fase di pandemia: dobbiamo ancor più tutelare la provenienza
delle nostre materia prime alimentari e per questo dobbiamo difendere in tutti i modi gli allevatori lucani che producono latte di alta qualità. Facciamo riferimento – evidenzia la CIA – all’arrivo di cisterne di latte provenienti da zone non meglio precisate compreso estero che in questa fase finiscono per penalizzare le aziende lucane e contribuiscono a generare un surplus di latte che si registra già da alcuni giorni.
Crediamo sia il caso di prevedere stringenti controlli su tali arrivi chiedendo anche all’Istituzione Regionale che, pur in presenza di legittime scelte commerciali, di sostenerci perchè non possiamo in particolare in questa fase giustificare tali evidenti distorsioni. Oltre ad intensificare i controlli bisogna prodigarsi per mettere compiutamente a conoscenza la Comunità lucana circa la reale provenienza di alcune partite di latte e quindi dei prodotti trasformati che in alcuni casi finiscono per rifornire la grande distribuzione organizzata e strutture pubbliche. Per la CIA è indispensabile che l’Assessore alle Politiche Agricole Fanelli – che pure si sta occupando di questa questione – riconvochi il “tavolo emergenza latte” per definire una puntuale proposta sulla gestione dei surplus di latte che sta producendo ricadute negative su molteplici stalle. In quella sede la CIA avanzerà la propria proposta coinvolgendo tutti gli attori regionali della filiera lattiero casearia, chiedendo di garantire la trasformazione a breve-medio termine coinvolgendo le aziende lattiero-casearie locali e chiedendo ai grandi gruppi nazionali di mantenere gli impegni con gli allevatori.
Per questo motivo Cia chiede, alle aziende italiane di disdire i contratti con l’estero e di acquistare dagli allevatori italiani, così come ai consumatori, di comprare innanzitutto latte fresco italiano.