CORONAVIRUS: LEONE SPARA, I MEDICI RISPONDONO
Replica dell’ordine alla “macchina del fango” attivata dall’assessore regionale
Il caso dell’assessore regionale alla Sanità, Rocco Leone, sta dimostrando come a pagare le conseguenze delle spartizioni politiche delle poltrone, quella in questione spettava a Forza Italia, sono poi inevitabilmente i cittadini. In piena allerta Coronavirus anche in Basilicata, con uno scenario composto da criticità, carenze e limiti gestionali, l’assessore Leone per coprire alcune scandalose denunce e segnalazioni, tra cui quelle dei ritardi nei tamponi, è ricorso al metodo più squallido possibile: la “macchina del fango”. Leone ha puntato il dito proprio contro i medici di famiglia, la prima guardia della battaglia al Coronavirus. I medici di famiglia, colpevoli, per l’assessore di aver abbandonato il sistema sanitario, quando, invece, e l’assessore regionale per il ruolo che ha dovrebbe averne piena contezza, è casomai l’esatto contrario. Nell’agone politico del Consiglio regionale, Leone può anche cavarsela negli scontri orali con l’opposizione, grazie a giri di parole. In questo caso, però, ha attaccato una determinata categoria professionale, che invece di fare politica, ogni giorno lavora in qualsiasi condizione in rispetto del giuramento d’Ippocrate. Ammesso e non concesso che il caso della signora di San Costantino Albanese, di cui Leone è il pediatra dei suoi figli, sia vero, un episodio non dà diritto all’assessore di infangare un’intera categoria professionale, che già, Coronavirus a parte, potrebbe patire la rustica rappresentanza politica dell’assessore Leone. Ad ogni modo data l’emergenza Coronavirus, per la richiesta di dimissioni dell’assessore Leone, i tempi non sono probabilmente adatti. A epidemia vinta, verosimilmente uno dei primi temi sarà anche questo.
Di seguito la lettera aperta all’assessore Leone inviata dall’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Potenza, nelle persone del presidente Rocco Paternò e del vice presidente Antonio Santangelo
La sua intervista è di una gravità inaudita, perché ha fatto da detonatore ad una situazione esplosiva legata all’aumento dei casi positivi all’infezione da Covid-19 che si sta osservando negli ultimi giorni nella nostra regione. In questo momento dove tutti, a vari livelli, sono chiamati a rispondere in maniera efficacia ed efficiente ad una emergenza nazionale e regionale fuori da ogni previsione, lanciare accuse ad una categoria medica è sembrato non solo fuori luogo ma anche beffardo e irrispettoso per l’intera categoria medica. Ha affermato che i medici di famiglia hanno ceduto le armi: ma lei pensa realmente che aver distribuito 2-3 mascherine (e non a tutti) siano le armi sufficienti a fronteggiare un nemico invisibile? Non crede che ci siano responsabilità a vari livelli sulla scarsa o nulla dotazione di Dispositivi di Protezione Individuali nella truppa mandata al fronte: medici di famiglia e ora anche medici ospedalieri? Le notizie provenienti dall’Ospedale San Carlo sulla positività dei medici e degli operatori sanitari non crede che siano frutto dalla mancata attivazione delle misure minime di sicurezza e non già della superficialità degli stessi? Che dire poi dei ritardi nella risposta da parte delle strutture individuate dalla regione sul risultato dei tamponi effettuati su operatori sanitari (vedi caso di Montemurro)? La maggior parte dei medici, tutti i medici ospedalieri e del territorio è ben conscio degli obblighi derivanti dal nostro codice deontologico, art. 3 – Doveri del medico, art. 8 – Obbligo d’intervento e soprattutto art. 9 – Calamità: Il medico in caso di catastrofe, di calamità o di epidemia, deve mettersi a disposizione dell’Autorità competente. Ebbene tutti i medici si sono messi a disposizione dell’Autorità competente, ma l’autorità competente non può pretendere che i suoi operatori vadano in battaglia a mani nude. La classe medica non accetta di essere il bersaglio di una politica (pregressa e attuale) che continua a fare demagogia sulla pelle di una categoria che sta pagando un prezzo altissimo in questa emergenza. Alla data odierna sono ben 24 (12 medici di famiglia) i medici caduti sul fronte Coronavirus, senza parlare poi del numero di operatori sanitari contagiati (il doppio della Cina). Non accettiamo critiche generalizzate, se ci sono comportamenti inappropriati si attivino tutte le misure, deontologiche e legali, di denuncia ma si eviti di lanciare accuse a suocera perché nuora intenda. Per inciso Le rammento che lei, essendo medico, è tenuto a comunicare al suo Presidente dei Ordine, eventuali infrazioni alle regole, al reciproco rispetto e alla corretta collaborazione tra colleghi e alla salvaguardia delle specifiche competenze (art. 64 – Doveri di collaborazione, codice deontologico). Caro Assessore la smetta di citare i suoi atti professionali (oltretutto fuori dalle linee guida della Task Force regionale di contrasto al Covid-19) e si dia da fare per assicurare a tutti gli operatori sanitari (medici, infermieri, farmacisti) idonei Dispositivi di Protezione Individuali e controlli attivamente che tutte le componenti del nostro servizio sanitario siano in grado di rispondere alle sfide che l’emergenza ci impone.