COVID-19, SOCIAL CARD UN PRIMO PASSO
I segretari generali lucani Cgil, Cisl e Uil chiedono una teleconferenza al governatore Bardi
«L’annuncio del presidente della Regione Basilicata Vito Bardi sull’istituzione della social card Covid19 con uno stanziamento di 2,5 milioni di euro come beneficio alle famiglie in difficoltà economica in questa difficile situazione di emergenza sanitaria, è certamente un primo importante passo per il sostegno alle fasce a maggiore disagio della popolazione. L’iniziativa ha dunque il pieno sostegno del sindacato. Ma c’è bisogno di un confronto di merito e su una serie di aspetti che riguardano gli strumenti attualmente in vigore, tra cui il reddito di cittadinanza e quindi i criteri di erogazione della nuova social card, soprattutto per scongiurare il rischio di una diversificazione delle misure sociali già attuate e con essa di una penalizzazione tra famiglie in stato di povertà». Lo dichiarano i segretari generali lucani di Cgil Angelo Summa, Cisl Enrico Gambardella e Uil Vincenzo Tortorelli che aggiungono: «A tal proposito chiediamo un’urgente riunione – in teleconferenza – per avere la possibilità di un’informazione più dettagliata e per esprimere una nostra valutazione più compiuta. Tuttavia, in un momento di emergenza straordinario, è necessario intervenire anche a favore di tutti quei soggetti che, pur non vivendo in una situazione di indigenza, si trovano in difficoltà a causa della mancanza di liquidità. Per questo motivo, tramite un accordo quadro con l’Abi e il sistema del credito lucano, in attesa di provvedimenti del governo o del ministero del Lavoro, chiediamo un intervento diretto per consentire l’anticipo della cassa integrazione ai lavoratori, in considerazione che l’Inps non erogherà la cassa prima di giugno. Sono migliaia i lavoratori che si troveranno senza un reddito per un periodo non sostenibile. L’accordo dovrebbe definire la concessione tramite modalità operative telematiche che consentano la concessione degli anticipi nel modo più rapido possibile, per garantire il reddito a migliaia di lavoratrici e lavoratori a cui troppe aziende stanno già negando la copertura della cassa integrazione. Riteniamo sia indispensabile fornire da adesso quegli strumenti minimi affinché, a emergenza sanitaria passata, l’inevitabile crisi economica, forse la più grande dal secondo dopoguerra, non continui a mietere vittime nella popolazione, allargando sempre più la forbice delle diseguaglianze».