BRINDISI, SI SPACCIAVANO PER «007»
Uno è un ex poliziotto: indagavano (senza avere i requisiti) nei confronti di alcuni dipendenti sospettati di assenteismo
Volgevano attività investigativa senza alcuna autorizzazione, per questo sono stati arrestati dai poliziotti della squadra mobile di Brindisi il 58enne Antonio Carrozzo e il 56enne Angelo D’Alò, entrambi brindisini. I provvedimenti cautelari sono stati emessi dal Gip del Tribunale di Brindisi, su richiesta della locale Procura della Repubblica. Nell’ambito della indagine, inoltre, sono stati indagati altre 3 soggetti, due uomini ed una donna, uno residente a Lametia Terme e gli altri a Brindisi.
Agli arrestati si contesta di aver svolto attività di investigazione, violando il domicilio privato con l’apposizione di microspie, in tal modo minando la privacy delle persone cui l’indagine era diretta, senza essere in possesso delle autorizzazioni di legge.
Infatti, i presunti «007», in qualità di collaboratori di una agenzia di affari di Brindisi, indagavano nei confronti di dipendenti di alcune aziende sospettati di assenteismo ingiustificato. Nonostante la citata Agenzia di Affari non fosse autorizzata allo svolgimento di tale attività, invasiva della sfera privata, le relative fatturazioni e la sottoscrizione dei rapporti di indagine venivano intestati ad un ente di investigazione la cui sede è in Calabria, a Lametia Terme.
Il quadro probatorio a carico degli arrestati e dei tre indagati è stato raccolto dai poliziotti della Questura in circa un anno di indagine, grazie anche al sequestro di materiale informatico e fotografico.
Sia D’Alò che Carrozzo sono risultati avere precedenti penali: il primo, in passato, è stato condannato per truffa, il secondo condannato in Cassazione per concorso in un duplice omicidio avvenuto a Bari nel 1992, quando lo stesso era sovrintendente della Polizia in servizio alla Questura di Bari.