REGIONE, LE RAGIONI DELLA CRISI
La svolta di Bardi. Le piazze (piene) lucane di Di Battista e di Salvini sembrano sbiadire all’orizzonte
di Joe Black
Proviamo a non nascondere la verità dietro il dito. Anche perché la verità di cui vi sto per parlare è grande ed il dito è davvero quasi invisibile. Gli equilibri politici in Basilicata, ad un anno dal voto e a cavallo della pandemia che ci ha colpiti, sono profondamente mutati. La presidenza Bardi, per il centro destra lucano, è diventata qualcosa di inaspettato, di diverso da come in molti si erano immaginati sarebbe stato. Bardi ed il suo sistema di potere, non solo rappresentano un corpo separato dalla struttura socio – politica tradizionale della regione, ma, di più, la sua presidenza sta letteralmente cambiando modalità di relazioni, di interessi, di prospettive, di alleanze.
Qualcuno, ovviamente, ne sarà contento. Altri meno. Questo dipende da quanto si è vicini o lontani all’universo Bardi. Intanto, per semplificare, si è instaurato un “nuovo” sistema burocratico – mediatico di potere molto forte e molto centralizzato. Poi, in consiglio regionale, parliamo del palazzo non dell’istituzione, è nato un vero e proprio partito trasversale del presidente. Assai robusto, capace di coinvolgere elementi di tutti i gruppi di centro destra ma anche pronto, se servisse, ad aprirsi verso sinistra. La stessa cosa è accaduta in giunta. Vi sono personalità che rispondono più al presidente che ai partiti che li hanno indicati.
Il Coronavirus ha fatto il resto. Anche la task force creata è diventata strumento centralizzato di potere ed ormai interferisce anche sulle funzioni apicali degli ospedali e della sanità pubblica. L’assessore al ramo appare un vaso di terracotta di manzoniana memoria, in mezzo a vasi di ferro ben più solidi ed accreditati direttamente dal palazzo dirimpettaio a quello della sanità regionale. C’è poi il capitolo della relazione fra Bardi e il ministro Speranza. Si capisce che c’è molto di più del fisiologico garbo istituzionale. In questo senso il ruolo del direttore generale del dipartimento sanità e delle new entry nella task force è emblematico.
La Lega, il partito più votato, alle ultime regionali, fa conferenze stampa per presentare proposte programmatiche per la “Fase 2” come fosse all’opposizione. Fratelli d’Italia trova nei suoi rappresentanti in giunta ed in consiglio uomini del tutto assimilati nella logica bardiana. Il mondo che rispondeva al presidente Pittella, a cominciare dalla Uil, per entrare nel cuore della dirigenza regionale, è stato completamente soppiantato da ogni funzione decisionale, in una lotta che è anche interna alla sinistra e al sindacato lucano. I Cinque Stelle di casa nostra hanno subito un vero e proprio ko tecnico dalla riconferma dell’Amministratore Delegato di Eni, Claudio De Scalzi. Ed è proprio sul petrolio oltre che sulla sanità che si intravedono gli orizzonti di potere della filiera del presidente napoletano della Regione Basilicata.
Quello che emerge è un nuovo potere, ma non certo legato allo spirito del cambiamento che aveva orientato il voto di un anno fa, ne tanto meno assimilabile al voto politico che aveva dato, qualche mese prima, il 34 per cento del consenso ai grillini. Le piazze lucane di Di Battista e dello stesso Salvini sembrano sbiadire all’orizzonte