“NON C’È CORONAVIRUS CHE TENGA. I MAFIOSI RESTINO IN CARCERE”
Il boss dal carcere di Melfi a casa a Corleone. L’ira del vice presidente della Commissione antimafia, Pasquale Pepe
Dopo quanto raccontato in questi giorni da Cronache Lucane circa le omissioni del Dap, capeggiato dal lucano Francesco Basentini, che stanno cagionando il ritorno a casa di molti capi mafia, è durissima la reazione del senatore Pasquale Pepe, vice presidente della Commissione antimafia.
“Il tribunale di sorveglianza di Potenza, dopo aver richiesto nuovamente risposte al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia, senza tuttavia riceverne, ha dovuto dare il via libera alla scarcerazione di Pietro Pollichino, detenuto nel carcere di Melfi per associazione a delinquere di stampo mafioso e condannato, nel 2018, a 6 anni e 8 mesi di reclusione. Così, potrà tornare in Sicilia un reggente di Cosa Nostra mai pentitosi, appartenente al mandamento di Corleone che è stato di Totò Riina, e sospettato di pianificare un attentato dinamitardo all’allora Ministro dell’Interno, Angelino Alfano, dopo l’inasprimento del 41 bis. Nella richiesta di scarcerazione si segnala che le condizioni di salute del detenuto non sarebbero compatibili con l’emergenza da coronavirus. È bene ribadire che questa indulgenza penitenziaria è gravissima e inammissibile. I mafiosi, che per giunta non si sono pentiti, devono rimanere dietro le sbarre per espiare fino all’ultimo giorno le proprie colpe”. Lo dice, in una nota, appunto il senatore della Lega e vice presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Pasquale Pepe.
“Con il gruppo della Lega in Commissione – continua Pepe – abbiamo proposto di destinare locali specifici di istituti penitenziari e di ospedali militari alla detenzione di malavitosi che non possono e non devono essere messi in condizione di spassarsela ai domiciliari, da dove potranno tentare di riannodare i rapporti con le reti mafiose. Non c’è coronavirus che tenga. I criminali che hanno seminato violenza e morte devono rimanere in carcere. Ne prenda immediatamente atto il Ministro della Giustizia e dia indicazioni conseguenti”.