LEGA E CAMBIAMENTO: APPALTI AL BAR
La galassia delle società baciate dalla fortuna col Carroccio ha sede in un caffè. A Coviello la gestione del Consiglio con Cicala e della comunicazione con Fanelli. E spunta pure il conflitto d’interessi. Da Covel a NovaFood, passando per Upside
Via Pienza 78 a Potenza: Alessandro Coviello, amico dell’assessore Fanelli, nonchè candidato consigliere comunale nel capoluogo per il leghista Guarente, cala il tris. Stessa sede, tre società, Covel Group, Upside e NovaFood: il capolavoro è servito. Il cerchio intorno all’affidamento diretto del Dipartimento regionale collegato all’assessorato agricoltura di Fanelli con soldi pubblici, senza bando e rivolto ad un unico operatore economico, la Covel Group, inizia a chiudersi. Ma c’è di più: le molteplici società di Coviello, pluriaffidatarie di servizi concessi dagli amici leghisti Fanelli e Cicala, hanno la loro sede legale in un bar. Per una più agevole comprensione è bene procedere con ordine.
IL FIL ROUGE… PEPERONI PAGATI DALLA REGIONE PER PROMUOVERE SÈ STESSI Pecunia non olet, la tintura del denaro non è univoca, ma in questo caso l’oro ha un colore preciso e quel colore corrisponde al rosso porpora del peperone crusco lucano. La Regione ha affidato la campagna di comunicazione da 31mila e 700 euro alla ditta di Coviello e madre, Margherita Pasqualina Bevilacqua, la Covel, società che si occupa prevalentemente di impianti elettrici e antincendio, per in pratica pubblicizzare anche i propri prodotti. I quali in questo caso, in linea con l’iniziativa promozionale “Compra lucano”, sono per l’appunto generi alimentari. Per gli “amici”, veloce ed efficiente la burocrazia della Lega. Perde trasparenza e opportunità a brocca d’acqua da ogni dove, ma senza dubbio convenientemente efficace. Anche se in peggio, quello del Carroccio è pur sempre un «cambiamento». Le micidiali triangolazioni in questione, a suon di soldi pubblici si svolgono, nel capoluogo lucano, lungo l’arco di neanche 3 chilometri: tra via Verrastro, sede della Regione, e via Pienza 78, sede delle società di Coviello. Alessandro Coviello, che ha ereditato il feudo degli appalti in Regione, in particolar modo quelli del Consiglio, dal padre nel 2010, oltre che essere socio al 50% della Covel, l’altra metà è della madre, amministratrice unica, è anche, con il suo 68%, amministratore unico e legale rappresentante della società NovaFood che commercia all’ingrosso, come suggerisce la denominazione, prodotti alimentari. Per la precisione proprio quelli lucani. Coviello è doppiamente beneficiario: sia nella veste di pubblicitario che di proprietário dj un’azienda dei prodotti tipici. La stessa NovaFood si definisce appunto azienda «specializzata nella commercializzazione di snack salati». Nella categoria, il prodotto di punta è Cruskees, «lo snack salato derivato dalla lavorazione del peperone crusco della Basilicata». Come il serpente che si mangia la coda, la vicenda di Coviello e i soldi pubblici dei lucani, la si può percorrere e ripercorrere partendo ogni volta da diverse angolazioni e differenti prospettive, ma il risultato è sempre lo stesso: l’affidamento di chiaro, a partire dall’iter procedurale, da non dimenticare poi il sopraggiunto subappalto della Covel alla Pubblipress, non ha nulla. Scoperto il trucco, in qualsiasi maniera viene riprodotta la “magia”, lo stesso, ormai, è troppo evidente per non esser notato. Paventata, supportata da affermazioni quanto mai apodittiche, dal Dipartimento regionale dell’agricoltura, l’urgenza di «adottare misure di sostegno al comparto agroalimentare lucano, anche in modo indiretto, attraverso l’incentivazione del consumo di prodotti di provenienza regionale», l’appalto da 31mila e 700 euro, è stato affidato, in via diretta e senza bando, ad una società, la Covel, che opera prevalentemente nel settore degli impianti elettrici e antincendio, il cui socio, però, è l’amministratore unico di un’altra ditta, la NovaFood, che commercia proprio prodotti lucani. Scoperchiando l’opacità dell’affidamento, ecco emergere anche il conflitto di interessi. E ancora non è tutto, anzi.
LA “MEGA” SEDE DELLE TANTE SOCIETÀ FORAGGIATE DALLA REGIONE: UN BAR Partiti da via Pienza 78 a Potenza, tornando a via Pienza 78 l’incredibile scoperta. La sede delle tre società di Coviello, Covel, Upside e NovaFood, tutte gestori, in vari campi, di appalti pubblici regionali, è un bar. Non solo la vicenda delle “tre carte” è più chiara, ma anche si comprende adesso il religioso silenzio dietro il quale si trincerano il dirigente del Dipartimento regionale agricoltura, nonchè Autorità di gestione dei fondi euopei Psr Basilicata 2014- 2020, Rocco Vittorio Restaino, il leghista assessore regionale al ramo, Francesco Fanelli e lo stesso aspirante politico Alessandro Coviello. E proprio in quel bar di via Pienza 78, lo “Squisito”, anche altre società avrebbero la sede… ma questo e’ tema delle prossime puntate. Visto che dalla Regione di avviare un provvedimento in autotutela proprio non sembra essercene voglia.
E POI C’È LA UPSIDE… Nel seguire il gioco delle tre carte, che nel caso di Alessandro Coviello è il gioco delle 3 società, al clamore suscitato dal primo articolo di Cronache Lucane sull’affidamento di “Compra lucano”, vanno aggiunti gli altri malumori politici per la notizia della non rotazione relativamente a un’altra gara, quella del servizio di assistenza tecnica per la registrazione audio-video, per lo streaming delle sedute del Consiglio regionale e la conseguente gestione delle apparecchiature della sala regia a supporto dell’Aula consiliare e per la registrazione audio delle Commissioni Consiliari. Alessandro Coviello, ha potuto in qualche modo aggirare «il principio di rotazione degli inviti e degli affidamenti» che «assicura l’effettiva possibilità di partecipazione delle microimprese, piccole e medie imprese», così come stabilito nel Codice degli appalti e così come richiamato dagli Uffici regionali competenti. Quando nel giugno del 2018 c’era l’esigenza di affidare a nuova ditta diversa dalla Covel, il servizio in questione, lui se l’aggiudicò, tramite la Upside. E Coviello è proprio l’amministratore unico della Upside, in cui di nuovo, come nella Covel, si ritrova pure la madre, Bevilacqua. Società attiva, manco a farlo apposta, dal 2 gennaio del 2018. Quelli della Covel Group conoscevano bene la gara, i costi e guadagni del servizio in appalto e quindi, di conseguenza, è stato gioco facile per l’Upside, che è composta a ranghi invertiti dalla stessa compagine societaria della Covel, vincere la nuova-vecchia gara bandita col principio della rotazione degli affidamenti. Poi a febbraio scorso il nuovo affidamento, con uno strepitoso ribasso, tanto da risultare anomalo, circa il 60%, con il tutto viziato dal quel sempre richiamato criterio di «rotazione» eluso inizialmente. L’ex Dg del Consiglio regionale, Arturo Agostino, ha per due volte operato “distrattamente” sulle verifiche inerenti la Upside. Adesso c’è Libutti che come minimo dovrebbe avviare un procedimento ex L. 241/90 per agire in autotutela.