BasilicataEventi e Cultura

LA CENTRALE DI MURO LUCANO FA IL PIENO DI VOTI

La Basilicata sorprende ancora: ottime posizioni in classifica per Lavello, Senise e il vulture; segue a ruota l’archeologia industriale murese


Nella lista dei post con più interazioni, la Centrale idroelettrica di Muro Lucano si è aggiudicata il 5° posto nei primi 20 con 8.002 click, mentre nella classifica per gradimento, sempre tra i primi venti, si è posizionata all’8° gradino con 1.200 like. Costruita a partire dal 1915, contestualmente alla Diga, rappresenta una delle prime sfide ingegneristiche ed idrauliche europee, fulcro del progetto di sviluppo economico che l’onorevole Francesco Saverio Nitti intendeva perseguire nel meridione.

Nel mese di maggio, il luogo in disuso, è entrato a far parte della “Campagna virtuale beni in pericolo: la Lista Rossa” di Italia Nostra, grazie all’impegno dell’associazione murese “Un Muro d’Amare” presieduta da Carmine Sarcinella che ha lavorato in sinergia col Presidente della sezione Vulture Alto Bradano di Italia Nostra Vitantonio Iacoviello il quale ha portato avanti la proposta, e che oggi a Cronache spiega: «molti luoghi della nostra Basilicata si siano piazzati bene nella classifica, tentando di salvare questi beni in pericolo. È non solo una grandissima opportunità di lavoro per i nostri giovani laureati in ambiti attinenti, quanto una rinnovata consapevolezza dei tesori della nostra regione, che sono la nostra stessa storia, cultura e tradizioni millenarie. Se non puntiamo su questi patrimoni, saremo sempre più soggetti di “colonizzatori”. A me stanno a cuore tutti perché attraverso queste azioni, una piccola regione arriva alla ribalta nazionale non per cronache e problematiche, ma per le cose belle che ha. C’è un altro aspetto -sottolinea Iacoviello- mi sono riscoperto battagliero, come tutti i lucani. Ho voluto cogliere questa occasione per confrontarmi con tantissime sezioni di Italia Nostra, anche molto importanti. Non è stata una gara, ma una bella occasione di visibilità e rilancio dei nostri territori. Molte persone da più parti d’Italia mi hanno scritto, meravigliati dalle nostre bellezze».

Per click, seguito e condivisioni sui social, nella prima classifica si sono piazzati al 1° posto con 35.500 interazioni, la chiesetta di Santa Maria della Foresta consacrata da Papa Niccolò II nel 1059, ormai rudere, e quella di Santa Maria ad Martyres risalente al XIV° secolo, segnalate dalla sezione Vulture; Al 3° con 8800, la suggestiva Casa del Diavolo di Lavello, villa di epoca romana con terme, segnalata dalla sezione Vulture Alto Bradano. Al quarto con 8500 interazioni le antiche Logge del Mercato di Senise, della omonima sezione.

«Costato 900.000 lire, l’impianto della Centrale idroelettrica di Muro, alimentato dall’acqua defluita attraverso la diga, riforniva di elettricità diversi comuni del potentino. Entrò a pieno regime nel 1920, e funzionò correttamente fino al 1970, anno in cui, in seguito alla ricognizione di danni strutturali nella diga, la produzione di energia venne sospesa e, poco dopo, l’impianto venne definitivamente bloccato» spiega la scheda. Ad oggi, nonostante progetti di recupero, la centrale è in disuso, ed in pessime condizioni, quasi inglobata dalla vegetazione. «Si tratta di un importante bene pubblico che, oltre a rappresentare un complesso di archeologia industriale tra i primi in Europa, ha un forte significato legato all’acqua e al suo utilizzo rispettoso e consapevole. La Centrale idroelettrica di Muro Lucano è il cuore pulsante di un importante progetto energetico collegato alla diga artificiale, ad una torre idrometrica e a tutto il sistema congiunto di cunicoli e tubazioni -prosegue la scheda- Oggi il sito potrebbe essere recuperato come Museo dell’acqua, riportando in loco gli oggetti, le attrezzature e gli arredi, tutti sottratti e ubicati altrove. Un luogo da restituire ai Lucani e a quanti vorrebbero ammirare uno dei più grandi e importanti progetti energetici europei di inizio secolo scorso. La zona di Muro Lucano, inoltre, custodisce un importante acquifero carsico, per il quale è iniziato l’iter di tutela attraverso una proposta di legge. Da sempre quest’area è stata legata con un filo diretto all’acqua e al suo uso consapevole e rispettoso».

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