AttualitàBasilicata

LA STORIA DELLA CAVA DI MONTE CRUGNAME

A Melfi cittadini pronti a lottare per bloccare i lavori


La genesi della cava di monte Crugname a Melfi ha molti aspetti che meritano di essere chiariti. Una delle pratiche più insane di taluni amministratori resta il ricorso all’ultimo consiglio comunale per l’approvazione di delibere decisive. Già così si finisce per ingenerare dubbi nell’opinione pubblica sovente più che legittimi. Così nell’ assalto alla diligenza di fine mandato questa volta il regalo dell’ultimo consiglio comunale della prima giunta Valvano è davvero grosso. Si sdemanializzazione, infatti, una strada comunale che oggi consente l’imminente apertura di una cava di quarzareniti nell’area di Monte Crugnano, alle falde del Vulture. La distanza dal centro abitato è minima. Parliamo di meno di 2 chilometri dalle prime abitazioni di contrada Bicocca. Così in poco meno di 4 anni si è concluso l’iter amministrativo per l’avvio dell’attività estrattiva, con il rilascio da parte della Regione Basilicata della VIA.

Soggetto richiedente la Cementeria Costantinopoli srl. A Melfi solo nelle ultime settimane si è compreso il significato di quella strana e, all’apparenza, innocua delibera di fine consiliatura con cui la strada veniva di fatto spalancata ma ad una attività poco compatibile con la vocazione dell’area, rurale e paesaggistica. Da una rapida lettura della delibera di quel consiglio, si nota subito un’anomalia. Sono stati proprio i consiglieri comunali assenti, contati numericamente in 8 ma citati nominalmente uno per uno per un totale di 9, a votare in favore dell’atto in questione. Strano davvero che nessuno se ne sia accorto per tanti anni. Solo adesso, quando purtroppo la situazione appare compromessa e definitiva, i cittadini delle frazioni di Melfi e non solo loro, sono insorti. Intanto la delibera è stata sostituita nell’albo pretorio comunale con quella corretta e nel documento che ha sostituito il precedente, si può leggere come votino a favore gli 8 consiglieri comunali di maggioranza presenti in aula. L’iter amministrativo parte così! Nel frattempo arrivano i pareri favorevoli della Asp, Sovrintendenza ai beni archeologici, Arpab e infine Regione Basilicata.

Adesso però il sindaco VALVANO, che in interviste televisive del 2019 rassicurava sulla non pericolosità della cava, sull’opportunità occupazionale che si offriva, passa a capo della rivolta popolare e si dice pronto a combattere la battaglia per provare a fermare i lavori! Come provare a bloccare un procedimento ormai definitivo? Ebbene ora si proverà a dimostrare l’interesse archeologico di monte Crugname. Quell’area che è stata sdemanialzzata e poi acquistata dalla Cementeria Costantinopoli SRL per 6 mila euro adesso sarebbe zona archeologicamente rilevante.

A meno che dopo l’autorizzazione con DGR 2665 del 29 maggio 2017 a firma di Pittella presidente non sia stata scoperta una necropoli romana , ma almeno prima di Romolo e Remo verrebbe da ironizzare, sarà difficile bloccare quei lavori. In sostanza , prima si favorisce una sdemanializzazione e poi ci si oppone ai lavori che legittimamente un imprenditore acquirente intende avviare. Stranezze della politica! Intanto a Melfi la rabbia del comitato civico ha raggiunto livelli altissimi.

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