È DI VENOSA IL NUOVO DIRETTORE DEI MUSEI DI STATO
Lettere lucane
Le più alte cariche della pubblica amministrazione sono meridionali. Spesso mi chiedo come sarebbe stato lo sviluppo economico del Sud se le nostre migliori intelligenze fossero state impegnate nell’impresa privata anziché nel pubblico impiego, che per un’intelligenza meridionale rimane tutt’oggi l’opzione principale. Riflettevo su questo apprendendo la bellissima notizia della promozione del lucano Massimo Osanna – archeologo di Venosa, direttore del Parco archeologico di Pompei – a direttore generale dei musei di Stato. La scelta fatta dal Ministro Franceschini è davvero eccellente, perché affida nelle mani di un grande lucano l’intera strategia di gestione, fruizione e comunicazione dei musei italiani.
E questo è più importante che mai, visto l’enorme bisogno che ha l’Italia di attrarre turisti e di rafforzare il comparto culturale del nostro sistema produttivo. Tuttavia la nomina di Osanna non premia l’ennesimo “burocrate” che si è saputo muovere negli oscuri labirinti normativi del pubblico impiego, ma, al contrario, dimostra che anche nello Stato è sempre più forte l’esigenza di coniugare competenza scientifica e capacità manageriale – archiviando, spero per sempre, la lunga stagione dei gattopardi impomatati che si facevano largo a botte di latinorum e di baciamani.
Con Osanna ci troviamo di fronte a un accademico di razza che però sa anche come valorizzare al massimo un sito archeologico, che non è soltanto un groviglio burocratico o un convegno universitario. Se proprio le migliori intelligenze meridionali debbono operare nel settore pubblico, che siano almeno preparate, che abbiano competenze manageriali e che non siano eterodirette dai sindacati, che hanno la grave colpa di aver iper-protetto gli impiegati pubblici senza renderli consapevoli del ruolo che hanno nel far funzionare la macchina burocratica del “sistema Italia”.
diconsoli@lecronache.info