AttualitàBasilicata

LA “STRANA” STORIA DELL’AUTORIMESSA DI SAN ROCCO

Un immobile dalla posizione strategica nella città di Potenza, oggetto di un bando “frettoloso” e “ultra-selettivo”

Una “strana” vicenda è occorsa da relativamente poco a Potenza e riguarda l’immobile sito in Via Appia con funzione di autorimessa del Comune di Potenza. Un edificio dalla posizione strategica, a cavallo tra il centro storico e una delle periferie più popolose di Potenza, recentemente restituito ai fasti di un tempo e, potenzialmente, in grado di ospitare attività eminenti per la complessiva vita economica (ma anche sociale e politica) della città. L’immobile, da tempo immemore “dimenticato”, è stato oggetto da parte di Anas S.p.a, struttura territoriale Basilicata, di un «preavviso di selezione pubblica per la verifica dell’esistenza di manifestazione d’interesse della concessione in uso a titolo oneroso» comparsa sul sito internet istituzionale www.stradeanas.it.
Una preselezione “lampo” pubblicato il 28 maggio sul web e chiuso solo pochi giorni dopo, il 12 giugno: un segmento temporale piuttosto corto nel quale accumulare le manifestazioni di interesse di eventuali soggetti titolati, a norma, per poter utilizzare in concessione un immobile, come detto, potenzialmente di peso per la città.
Senza contare la complessiva “restrittività” dell’operazione: infatti, come si evince dal bando, alla successiva procedura di selezione avrebbero poi partecipato unicamente i “fortunati” che avessero dapprima partecipato al preavviso, scorgendolo (probabilmente, anche per caso) sul sito dell’Anas.

IL PREAVVISO DI SELEZIONE PUBBLICA: “FRETTOLOSO” E “ULTRA-SELETTIVO”

In sostanza, nelle circa due settimane dalla pubblicazione alla chiusura del preavviso di selezione pubblica (anche se nel testo del bando si legge che «le domande dovranno pervenire entro e non oltre 30 giorni dalla data di pubblicazione dell’avviso», seppur venga poi precipuamente indicato che «Anas si risverva la facoltù di apportare integrazioni e/o rettifiche» all’avviso), sono state raccolte le manifestazioni d’interesse specifiche dei soggetti che, come si legge specificamente nel testo del bando «verranno successivamente invitati a partecipare alla procedura concorsuale di concessione mediante apposita lettera di invito all’indirizzo indicato in sede di istanza di ammissione alla presente manifestazione d’interesse». Quindi, un preavviso per selezionare i partecipanti alla successiva procedura concorsuale: di qui, come in partenza, la concreta “stranezza”. Perché, secondo il cosiddetto codice degli appalti, quando c’è una procedura di selezione pubblica essa deve essere per legge trattata mirando alla massima evidenza con la pubblicazione diretta di un avviso sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e su minimo 2 quotidiani nazionali e 2 quotidiani regionali del territorio specifico. Una mossa fondamentale, così come recita la legge in materia, «al fine di garantire la certezza della data di pubblicazione e adeguati livelli di trasparenza e di conoscibilità». Ma, oltre alla scelta del metodo “inusuale”, v’è un’altra “stranezza” ad esso correlata: nel bando si legge che, così come garantisce la normativa, «ai fini della partecipazione alla procedura, qualora intervengano due o più richieste di partecipazione, verrà espletata una procedura concorrenziale fra tutti coloro che hanno manifestato interesse, ponendo a base d’asta il canone determinato in base agli attuali valori di mercato». In sostanza, più ampia la conoscenza del preavviso, maggiore sarebbe stata la partecipazione e, contestualmente, maggiore il canone determinato poiché, come detto, vincolato ad una apposizione su base d’asta. L’intera logica di fondo stride in due punti: innanzitutto, con la scelta del metodo di pubblicità che parrebbe esser stato unicamente la pubblicazione sul sito www.stradeanas.it. In secundis, la “limitazione” dell’accesso alla successiva procedura ai soli che hanno manifestato un interesse nelle fasi “iniziali”, stride visibilmente anche con la consolidata giurisprudenza in merito all’articolo 41 della costituzione circa la libertà di iniziativa privata e il relativo favor partecipationis. Una maggiore partecipazione, avrebbe altresì significato potenzialmente non solo un maggior introito ma anche maggiori possibilità di “guadagno” socio-economico per l’intera città di Potenza. Insomma, un preavviso “frettoloso”, severo e “auto-lesionisticamente” restrittivo e che, paradossalmente, sembra danneggiare direttamente chi, in questa situazione, dovrebbe guadagnarci e favorire, ipoteticamente parlando, i pochi fortunati a conoscenza dell’opportunità.

L’IMMOBILE: UN“COLLANTE” TRA CENTRO E PERIFERIA

L’ex stazione dell’Anas di San Rocco, come detto, è situata in un punto nevralgico della città: un’ideale “faro” tra i mari del centro storico potentino e le acque più “lontane” della periferia. Una struttura ampia, recentemente rimessa a nuovo (com’è facile evincere dalle foto, Mattiacci), munita di ampia metratura e parcheggio e divisa in modo armonico. Infatti, come si ricava dalle informazioni del preavviso, la struttura è composta da quattro unità immobiliari, tutte con una destinazione d’uso ad «autorimessa e relativo piazzale di pertinenza divisa». Le quattro sezioni dell’immobile sono rispettivamente da 37mq, da 87mq circa, da 81mq circa di 175 mq orientativi. Un immobile vasto, di circa 400mq con relativo piazzale, in una posizione strategica e che si trova al centro, in una linea immaginaria, tra il centro storico e le vie d’accesso a due dei quartieri più popolosi di Potenza (senza contare la relativa vicinanza anche al nosocomio potentino, che lo avrebbe reso de facto utile per una destinazione d’uso specifica anche correlata all’attuale emergenza sanitaria). Ma c’è di più: dando uno sguardo ai prezzi proposti, essi risulterebbero per certi versi “fuori mercato” e tesi al ribasso. Ma di questo, ce ne occuperemo nella puntata di domani.

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