BARI, TRAFFICO DI DROGA E RICETTAZIONE
Sequestrati beni per 15 milioni a imprenditore pluripregiudicato
I Finanzieri del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Bari, in esecuzione di apposito decreto emesso dalla IV Sezione Penale-Misure di Prevenzione della Corte di Appello di Bari, hanno sottoposto a confisca definitiva nella provincia di Bari beni immobili, partecipazioni societarie e rapporti finanziari e bancari per un valore stimato pari a 15 milioni di euro, riconducibili a M.P. (classe 1981), già noto alle forze dell’ordine e già imprenditore nel settore del commercio di articoli in ferro e altri metalli.
L’esecuzione del provvedimento di confisca dei beni rappresenta l’epilogo della complessa e articolata attività investigativa svolta dal Gico di Bari che ha permesso di ricostruire le risoerse patrimoniali e finanziarie nella disponibilità, diretta e indiretta (tramite i suoi familiari), di M.P., acquisite con i proventi delle attività illecite commesse nel tempo (associazione per delinquere finalizzata alla produzione, traffico e detenzione di sostanze stupefacenti, furto e ricettazione) o, comunque, risultati ingiustificatamente sproporzionati rispetto ai redditi dichiarati.
Infatti, come da ultimo confermato dalla Suprema Corte di Cassazione con sentenza del 27 maggio 2020, M.P. è da ritenersi soggetto connotato da pericolosità sociale dal 2001 sino al 2011 «in quanto, oltre ad essere stato dichiarato colpevole di numerosi e gravi delitti in materia di narcotraffico, commessi tra il 2005 e il 2007, era stato già condannato per reati contro il patrimonio commessi nel 2001 e, più di recente, era stato rinviato a giudizio per rispondere di un ulteriore reato in materia di stupefacenti commesso nel 2013».
Pertanto, la Suprema Corte ha riconosciuto «una stretta correlazione temporale tra i momenti dell’acquisto dei beni oggetto di ablazione, concentrati nell’arco temporale dal 2004 al 2011, e il periodo di manifestazione della pericolosità» del pregiudicato barese.
Una volta ricostruita la pericolosità sociale, gli investigatori del Gico Bari hanno proceduto ad espletare mirate indagini economico-patrimoniali sul conto di M.P. e del suo nucleo familiare.
In particolare, al fine di disvelare l’origine del rilevante patrimonio di M.P. e dei suoi stretti familiari è stata acquisita, con riferimento all’ultimo ventennio, copiosa documentazione, tra cui i contratti di compravendita dei beni e delle quote societarie, nonché numerosi atti pubblici che hanno interessato nel tempo l’intero nucleo familiare, verificando poi, per ogni transazione, le connesse movimentazioni finanziarie sottostanti alla creazione della necessaria provvista economica.
Il materiale così reperito è stato oggetto, pertanto, di circostanziati approfondimenti che hanno consentito di accertare che gran parte delle attività economiche e dei beni entrati nella disponibilità di M.P. e dei propri stretti congiunti è stata acquistata con proventi derivanti da attività illecite, in quanto non ha trovato giustificazione nei redditi del pregiudicato barese e del suo nucleo familiare dichiarati ai fini delle imposte sul reddito.