LA BATTAGLIA DEL COMITATO
“No alla cava di Monte Crugname”
La Basilicata non è terra da cui si va via soltanto ma ci si torna anche, si investe e si crede nel futuro. E’ questo il messaggio di Davide Petito, un ragazzo originario della Basilicata ma nato e cresciuto al Nord, che si è innamorato di queste terre e vi è rientrato per produrre un vino d’eccellenza. Nelle ricche colline che vanno dal Monte Vulture alla Valle dell’Ofanto molti sono gli insediamenti produttivi che, partendo dalle antiche tradizioni agricole di questa zona e sfruttandone la ricchezza, puntano a produrre prodotti di grande qualità coniugando passato e futuro. L’intera zona, sulla quale insistono Parchi regionali e aree protette, è attualmente minacciata dalla prossima apertura di una cava di quarzareniti che, ottenuta l’autorizzazione regionale, dovrebbe sorgere nell’area di Monte Crugname. Davide Petito, che fa parte del Comitato che si oppone alla cava, benché preoccupato è ancora fiducioso di un esito favorevole della questione e pronto a battersi fino a chiedere al Capo dello Stato di bloccare l’attività estrattiva. La genesi di questa cava ha del paradossale. L’amministrazione di centro sinistra guidata dal sindaco Valvano al suo primo mandato, durante l’ultima seduta del consiglio comunale (!) sdemanializza un tratturo sapendo che sarebbe stato acquistato da Rabasco, noto imprenditore di cave estrattive. Oggi lo stesso sindaco, che aveva difeso la cava nel 2019 ai microfoni della Rai regionale, cambia posizione e si dice pronto a cercare di bloccare tutto perché, come per magia, oggi monte Crugname ha un interesse archeologico importante. Il comitato ha definito una “beffa” il consiglio comunale aperto del 29 luglio. La sensazione è che questa storia sia solo al suo inizio.