YURI È CITTADINO ITALIANO
La sindaca di Rapone ripercorre la storia del giovane bielorusso ed i traguardi conseguiti grazie a “mamma Assuntina”
La notizia arriva direttamente dal sindaco di Rapone, Felicetta Lorenzo, che annuncia la cittadinanza italiana per il giovane Yuri Pazdniakou nato in Bielorussia nel 1986.
Ed è la stessa Lorenzo che, raggiunta telefonicamente, ci fa ripercorrere con parole di emozione e gioia, la storia di Yuri: «Nel 1993 arrivò in Italia grazie ad un progetto della Caritas parrocchiale, ricordo che allora anche io ne facevo parte ed andammo a Roma ad accogliere questi ragazzi che giungevano dai paesi purtroppo colpiti dalla catastrofe di Chernobyl. All’epoca sapevamo che se questi bambini avessero trascorso del tempo in luoghi salubri, la loro salute ne avrebbe giovato, rigenerandosi dalle radiazioni cui erano sottoposti nelle città in cui vivevano. A Rapone furono ospitati una ventina di giovani e tra questi già Andrei ebbe la cittadinanza, dopo essere stato adottato da una famiglia di Rapone e nel 2015 divenne cittadino italiano. Ma come lui anche un’altra bambina venne adottata, restando nel nostro paese».
Per quanto concerne il neocittadino Yuri, «a differenza degli altri non è stato adottato, ma è stato cresciuto da Assuntina come un figlio -spiega il Sindaco- Da allora i viaggi di andata e ritorno si sono tramutati in una permanenza, così che ha potuto studiare alle superiori, ha fatto l’Alberghiero e poi l’Università ad Urbino, dove si è laureato in Scienze Motorie, ed ora si sta specializzando e sta cercando di realizzare il suo sogno, magari restando a Rapone».
Una storia emozionante, di un bambino amato da tante persone, proveniente da un orfanotrofio, «l’ho visto crescere, ho letto nei suoi occhi la sofferenza in tanti momenti, la difficoltà con la lingua così diversa dalla nostra -conclude Lorenzo- il nostro augurio è che Yuri, da cittadino esemplare, faccia tesoro degli articoli della Costituzione Italiana e dell’Amore di tutte le persone che hanno contribuito alla sua crescita, soprattutto di quello incondizionato, paziente e smisurato della “mamma” Assuntina. Che questo amore possa essere sempre per Yuri il suo faro e la sua forza. Un pensiero particolare lo rivolgo sicuramente al parroco di allora ed al progetto della Caritas, che ha garantito a tre bambini di avere una famiglia. Tre vite umane sono state salvate ed hanno avuto una nuova possibilità. Allora nacque tutto molto spontaneamente, con la volontà di aiutare quei bambini, oggi hanno una famiglia ed un futuro».