I MALESSERI DEL RISVEGLIO E L’ARMONIA PERDUTA
Lettere lucane
Da sempre per me il risveglio è un momento difficile. Forse è dovuto agli stili di vita poco sani, o forse all’armonia perduta tra mente, corpo e realtà. Sin da ragazzo i pensieri più negativi li ho avuti al risveglio. L’immagine che ho di me al mattino è questa: un uomo che sta seduto da qualche parte con davanti una tazzina di caffè, una sigaretta in mano e lo sguardo inquieto e un po’ perso. E questo perché sono figlio del mio tempo, e il mio tempo induce a correre, a esagerare, a non accontentarsi mai, a non avere limiti. Siamo tutti piccoli Prometeo con gli attacchi di panico.
Da adolescente la più grande rivoluzione culturale e biochimica rispetto alle abitudini di mio padre è stata quella di andare a dormire a notte fonda. Sembra una cosa di poco conto, e invece quel cambio di abitudini era il segno di una rottura profonda, del rifiuto dell’ordine in favore del disordine. Ma il disordine, anche se dà la sensazione di essere liberi e pieni di possibilità, giorno dopo giorno toglie serenità e benessere. Quando invece mi è capitato di riposare bene, di rallentare i ritmi e di svegliarmi presto, la luce e l’aria del mattino mi hanno dato forza e armonia.
Tutte le verità sulla nostra vita le scopriamo al risveglio – il corpo e la mente non mentono mai, al risveglio. Il rifiuto dei limiti, della semplicità, della natura e del lavoro fisico ci ha resi inquieti e nervosi. Siamo pieni di troppe cose, e non riusciamo ad accettare che non è riempiendo bulimicamente la vita che si colma il vuoto interiore, ma discernendo con intelligenza cosa ci fa stare bene e cosa no. A volte la nostra modernità mi sembra solo una macchina infernale fondata sul rifiuto ideologico della felicità. E confesso che a volte darei qualsiasi cosa per essere come mio nonno che, all’alba, stava dritto e sereno nei campi come un piccolo Zeus.