FILIPPO BUBBICO, RAMMARICO PER UN’AMICIZIA PERDUTA
Lettere lucane
Da qualche mese Filippo Bubbico, ex presidente della Regione Basilicata, sta dando segni d’inquietudine rispetto al nuovo corso politico lucano. Le sue critiche hanno un peso, perché Bubbico, a mio avviso, è stato il miglior governatore della Basilicata. Per alcuni anni siamo stati molto amici. Un’amicizia che nacque da un litigio a causa di un mio articolo, uscito sull’”Unità”, molto critico verso le sue politiche petrolifere – poi, ironia della sorte, le mie posizioni sul petrolio cambiarono radicalmente. Amavo la sua lucidità, la sua mitezza, la sua malinconia e, soprattutto, la sua intelligenza, tanto che scrivemmo un libro insieme. Ma quando entrai in rotta di collisione con certi “meccanismi comunisti”, la nostra amicizia s’interruppe. Ancora oggi mi rattrista, il nostro distacco.
Era bello ascoltarlo nella sua Montescaglioso, osservarlo nella terra mentre mi parlava dei suoi aranceti e di suo padre. Quando fummo – per motivi diversi – sotto attacco mediatico, ci demmo conforto a vicenda, perché ci volevamo bene. Una sera andai a trovarlo al Mise, dove era viceministro. Ero triste, mi sentivo dilaniato da profonde nostalgie. Gliene parlai con le lacrime agli occhi e lui mi disse paternamente che capiva perfettamente ciò che stavo provando. Lo ricordo rassicurante, dolce, umile. Un lunedì mattina – era sempre viceministro – sentii bussare alla porta di casa mia a Roma. Lo vidi salire con delle casse di arance che aveva raccolto nel fine settimana. Oggi so che trascorre le sue giornate a coltivare la terra come suo padre – eppure, appena due anni fa, era viceministro degli Interni. Forse non torneremo mai più a parlarci, perché i nostri scontri politici sono stati troppo duri. Ma se pure non credo di dovergli chiedere scusa, mi sento in pace con me stesso se gli dico che non dimenticherò mai il bene che ci siamo voluti.
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