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BASILICATA, IL PENSIONAMENTO DELLA SANITÀ

Nuova bozza della riforma: Leone sgancia la bomba del Commissario da scegliere tra i soggetti in quiescenza

Nel campo Sanità, con il   centrodestra lucano più che un ritorno al   passato, non solo per la famosa  Azienda unica, si tratta di un ritorno al pensionato. Rispetto alla bozza del disegno di Legge regionale relativo alla riorganizzazione del Servizio sanitario regionale (Ssr), c’è stato un aggiornamento: in peggio. Snellita la consistenza numerica degli articoli, sono diminuiti da 12 a 9, proprio alla fine, scorrendo le 8 pagine del   documento, l’anomalia più lampante che sigilla un progetto di riforma ancora molto politico e poco funzionale, ma soprattutto contenente zone d’ombra di dubbia legittimità. Anche il centrodestra lucano ha un pensionato da accontentare. Sarà che, absit iniura verbis, il soggetto in quiescenza numero 1 del centrodestra lucano è proprio il governatore Bardi, anche lui attratto dalla categoria, come dimostra l’incarico per intuitu persone, ma pagato con soldi pubblici, 20mila euro, in favore del pensionato ultraottantenne  Leonardo Cuoco, nominato suo «consigliere scientifico», o sarà altro, ma la maggioranza   di governo regionale nutre particolari attenzioni per chi, per così dire, ha una certa età. Il caso riforma Sanità   lo dimostra. Oltre a modificare l’attuale organizzazione del Ssr, depennando a colpi di articoli l’ultima e recente, è del 2017,   riforma sanitaria, con previsioni  quali, per esempio e al  di là dei numeri della Basilicata,   di un secondo ospedale  sede di Dipartimento d’emergenza  e accettazione (Dea) di  1° livello, il centrodestra lucano vorrebbe introdurre ritocchi e cambiamenti anche su aspetti prescrittivi, come da precedenti leggi regionali, che potrebbero sembrare secondari, ma che marginali non sono. Tra queste variazioni, eccone  una clamorosa. Premesso che il centro destra vuole introdurre la possibilità di Commissariare la Sanità lucana «anche a seguito di razionalizzazione», la maggioranza ha redatto un “commicino”, il quater”, breve e sintetico, ma deflagrante: «Il commissario può essere scelto anche tra soggetti in quiescenza». Difficile, se non impossibile in realtà, non collegare la necessità-esigenza avvertita dal centrodestra del «cambiamento» di inserire questa specificazione ad un nome che la stessa coalizione ha già in mente. Chissà che tra i requisiti non verrà previsto che il soggetto debba essere non solo in quiescenza, ma anche napoletano, come il governatore Bardi. Il pensionato, tra l’altro, sarà   un pensionato d’oro. Altro  che «incarico gratuito», nonchè   temporalmente limitato, come è eccezionalmente consentito in Italia se l’atto subordinato a determinati condizioni prodromiche. Perchè prima dei “commicini” quater e ter, quello della «razionalizzazione», c’è il bis. «Il trattamento economico annuo del commissario – recita testualmente – è fissato negli importi previsti dalla vigente normativa nazionale e regionale per i direttori generali delle aziende ed enti del servizio   sanitario regionale».  Va bene “giocare” a fare i legislatori, ma i legislatori al di sopra della legge dello Stato   italiano, salvo eventuali conquiste di indipendenza della Basilicata, appare esageratamente eccessivo. Il quadro normativo italiano, come da riforma Madia, prescrive l’obbligo di evitare che il conferimento di incarichi apicali e dirigenziali «a questi soggetti», quelli in pensione, «sia utilizzato per aggirare lo stesso istituto del collocamento in quiescienza». Il modo per «aggirare» però, è pur sempre l’Italia, c’è ed è il   ricorso alla «natura eccezionale» delle circostanze. Tra queste, il Commissariamento, ma solo se è in via «temporanea». Dalla bozza di Riforma, la natura «temporanea» non emerge con chiarezza, anzi. Dal centrodestra al centrosinistra, procedendo a ritroso, ma restando all’interno della triangolazione Sanità-Commissariamento- pensionati, poco sembra cambiare. Sugli incarichi a soggetti in pensione, proprio di questi giorni è la notizia della richiesta del rinvio a giudizio per l’ex Giunta regionale a guida dell’ex governatore Pittella collegata al caso della nomina, del gennaio 2018, di Rocco Alessandro Maglietta a Commissario dell’Azienda ospedaliera regionale San Carlo di Potenza. Perchè, come da impianto accusatorio, in «violazione del divieto alle pubbliche amministrazioni di attribuire incarichi dirigenziali a soggetti già   lavoratori pubblici e privati, collocati in quiescenza». Tra l’altro, nel caso di Maglietta, è contestata anche la   sua iscrizione, da parte della Commissione unica di valutazione   delle candidature, nell’albo degli idonei alla nomina di Dg sanitari, quando lo stesso aveva dichiarato lo status   di quiescenza dal 2016. Maglietta avrebbe dovuto completare la riforma del centrosinistra, il nuovo soggetto in quiescenza previsto dal centrodestra, dovrà, nei progetti politici, attuare il riordino agognato dall’attuale maggioranza regionale. Riforma che va, riforma che viene: sempre e comunque un pensionato, in Basilicata, c’è. Il futuro è dei «soggetti in   quiescenza».

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