UN UOMO SOLO DAVANTI AL LAGO DI SENISE

Uno dei luoghi più bella della Basilicata per me è il lago di Senise. La diga di Monte Cotugno è stata costruita tra gli anni ’70 e ’80, e dunque è un’immagine recente dell’immaginario lucano. Non so quante centinaia di volte ho percorso la Sinnica sentendo una stretta al cuore non appena mi appariva davanti questa immensa distesa d’acqua. Spesso guido in solitudine – sono un solitario, un uomo chiuso – e a volte avrei voluto condividere con qualcuno, proprio in quel punto, le nostalgie, le tristezze, le angosce che spesso mi assalgono, soprattutto al crepuscolo, quando non riesco a dare un senso e un ordine alla mia vita – quando mi sento pugnalato dalla consapevolezza di aver sbagliato troppe cose.

Purtroppo non è possibile fermarsi per ammirare questa meraviglia del paesaggio, ma io lo faccio ugualmente. M’infilo in un piccolo slargo della strada, metto le quattro frecce e fumo qualche sigaretta osservando quel lago che spesso ho immaginato come la porta d’ingresso del viaggio ultraterreno che un giorno sarò costretto a fare. Quante volte mi è mancato un abbraccio, in quei momenti, e quante volte ho pensato con quanta difficoltà ho abbracciato io gli altri per questo maledetto corpo che sento rigido come legno. Ho sempre immaginato la mia morte così: mio figlio che mi porta qui, mi fa salire su una barca, e mi lascia andare nell’acqua mentre il sole si spegne. Mi piace pensare che ci sia un punto del lago nel quale all’improvviso si è inghiottiti. Come tanti lucani, anche io ho la malattia della solitudine.

Non so da dove venga questa chiusura, quest’istinto a isolarsi, a sentirsi sempre in torto e sbagliati, ma ho il sospetto che tutto questo tormento provenga dalla profonda solitudine del paesaggio lucano. Sarebbe bellissimo se un giorno, quando non ci sarò più, qualcuno mi ricordasse dritto e silenzioso al crepuscolo davanti al lago di Senise.

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