TRATTAMENTO DATI, POLESE INCASTRA CICALA

Sul tema della protezione dei dati, «di vitale importanza ai fini dell’efficienza ed efficacia stessa della Pubblica Amministrazione», la questione sollevata da Cronache Lucane riguardante lo strano appalto del duo costituito dal presidente del Consiglio regionale, Carmine Cicala, con il Dg Emilio Libutti, è l’argomento focale dell’interrogazione a risposta scritta redatta dal consigliere regionale di Italia viva, Mario Polese. Se con la stampa Cicala ha nicchiato, adesso il presidente non può esimersi dal fornire delle risposte.

Due in particolare quelle richieste. Il Consiglio regionale ha un Dirigente responsabile della protezione dei dati che senza «oneri aggiuntivi» si occupa della materia, ma sono stati stanziati soldi pubblici per fare arrivare un “badante”: un «supporto». La prima delle risposte che Cicala non potrà evadere, attiene la relazione inerente «lo stato attuale» dell’applicazione del Regolamento generale sulla protezione dei dati così come varato dall’Unione europea.

Il secondo riscontro atteso, intrecciato con il primo e non separabile da esso, è relativo proprio alla produzione di informazioni circa lo strano appalto in questione, quello del “badante”, pagato con soldi pubblici, per il Dirigente responsabile Da quanto è possibile desumere dalla relativa documentazione, in anticipo sulle risposte che fornirà il presidente Cicala, il Consiglio regionale sul regolamento inerente la privacy e il trattamento dei dati personali, detto “General data protection regulation”, è ancora impreparato ad accogliere le novità introdotte dall’Unione europea nel maggio del 2018. Anche per questo dal duo Cicala-Libutti, varato, di questo chiede conto Polese, lo stanziamento del finanziamento della gara per l’affidamento del «servizio di supporto» per l’adeguamento al Regolamento Ue relativo alla nuova disciplina sulla protezione dei dati personali (Gdpr) del Consiglio regionale. La gara dovrebbe pervenire ad aggiudicazione entro fine anno. In pratica il Consiglio regionale prosegue, con due anni di ritardo, su una gara per l’assistenza sul tema specifico in questione, quando il Dirigente già incaricato lo dovrebbe fare a costo zero per l’Amministrazione.

A costo zero perchè per il dirigente designato, l’ingegner Fiore, tra l’altro proprio nel maggio del 2018 e in concomitanza con l’entrata in vigore del nuovo regolamento, è stato precisato che «non saranno riconosciuti compensi ulteriori rispetto alla retribuzione percepita in applicazione del principio di onnicomprensività della retribuzione dei dirigenti e che, pertanto, la designazione non comporta oneri aggiuntivi a carico del bilancio consiliare ». Seppur «in possesso dei requisiti indicati dalla normativa succitata per poter svolgere i compiti del Responsabile dei dati personali», poichè, come si apprende dalla valutazione fatta, «è un dirigente di ruolo, con le qualità professionali, le capacità ed esperienza pluriennale in vari ruoli dell’Amministrazione, che gli hanno permesso di acquisire un’approfondita conoscenza sulla complessità e sull’articolazione organizzativa della Regione», il Consiglio deve pagare con soldi pubblici un «servizio di supporto», il “badante”, per l’attuazione delle disposizioni dettate dal Regolamento europeo in materia di protezione dei dati personali che sono entrate in vigore dal maggio di due anni fa, nel 2018. L’interrogazione a risposta scritta del consigliere regionale di Italia viva, Mario Polese, reca una data: quella di ieri. Chissà se il ritardo nell’attuazione delle prescrizioni europee in materia di protezione dei dati, tale da richiedere addirittura un supporto, sarà compensato da certa celerità, scarsamente finora riscontrabile in questo poco più che primo anno di attuale legislatura, del presidente del Consiglio regionale, Carmine Cicala, nel fornire risposte complete ed esaustive.