ACTA: PIÙ DURA DIVENTARE CONSIGLIERE CHE AU
Paradosso sull’avviso del Comune di Potenza: requisiti più stringenti per il Collegio sindacale che per l’Amministratore
Fulmine a ciel sereno, nei giorni scorsi è stato pubblicato dal Comune di Potenza l’avviso pubblico con oggetto la «presentazione di candidature per la nomina dell’amministratore unico della società in house Acta s.p.a», la cui nomina avverrà ad «insindacabile giudizio dell’Ente con Decreto Sindacale e su base fiduciaria (incarico intuitu personae)». Un avviso a pochissimi giorni dal “furibondo” consiglio comunale dello scorso 20 luglio in cui, il tema portante, era proprio l’approvazione del Regolamento utile alla nomina dell’au Acta, una carica che, come vi abbiamo raccontato in questi mesi, ha fatto più volte “traballare” la maggioranza, tra “discussioni” politiche affrettate da una scadenza “improvvisa”, proroghe strumentali dell’ultimo secondo, battibecchi alla luce del sole tra compagni di maggioranza e, tema focale proprio dell’ultima assisa comunale, un articolo “guastafeste” che avrebbe reso molto complicata la nomina di quello che, parrebbe, sia il nome più accreditato a rivestire il ruolo di au, Naborre. In tutto questo vespaio durato mesi, siamo quindi arrivati, come detto in incipit, ad un avviso pubblico: un “tesoro” dopo una lunghissima battaglia condotta dall’opposizione, in modo particolare dal consigliere comunale Vincenzo Telesca, che proprio nell’ultima assisa comunale ha contestato duramente un punto in particolare del Regolamento, l’articolo sette cosiddetto “guastafeste”, nella cui “versione” proposta, approvata poi a maggioranza nello stesso Consiglio e riportata quindi integralmente nell’avviso pubblico, richiedeva solamente una generica «competenza tecnica, giuridica e/o amministrativa adeguata» per rivestire il ruolo apicale. Ma, a pochi giorni dall’avviso pubblico dedicato all’au, il Comune di Potenza ne ha pubblicato un altro, relativo al Collegio sindacale e al Revisore Legale dell’azienda e con scadenza fissata al prossimo 3 agosto e che avverrà sempre per intuitu personae. Il paradosso? Ebbene, formalmente, è molto più restrittivo e complicato l’iter di accesso alla nomina al Collegio e al ruolo di Revisore e non a quello di vertice dell’azienda. Infatti, nell’avviso dedicato all’elezione dei membri del Collegio, «composto da tre membri effettivi e due supplenti» e che ha per legge funzione di controllo amministrativo e legale sull’operato dell’amministrazione, viene indicato che per la candidatura è richiesto uno dei tre seguenti requisiti specifici: «Iscrizione nell’apposito registro dei revisori legali, iscrizione negli albi professionali individuati con il decreto del Ministro della giustizia (ovvero: avvocati; dottori commercialisti; ragionieri e periti commerciali; consulenti del lavoro), essere professori universitari di ruolo in materie economiche e giuridiche». Per il Revisore Legale, invece, “solo” l’iscrizione all’albo specifico. Una restrizione notevole, così com’è indicato per legge: ma per l’amministratore unico dell’azienda? Solo una una generica «competenza tecnica, giuridica e/o amministrativa adeguata». «I requisiti richiesti per i componenti del Collegio sono giusti e doverosi ma ancor di più si evidenzia la discrasia tra questo avviso e quello per l’Au dell’Acta. Per quest’ultimo – ha dichiarato il consigliere comunale di Italia Viva Vincenzo Telesca, raggiunto dalla nostra redazione – non si chiede nulla eppure sarà a capo della municipalizzata che gestirà annualmente tanti servizi essenziali per i cittadini e ben oltre 17 milioni di euro. Quindi senza nulla togliere ed obiettare al sindaco che ha il diritto/dovere di scegliere l’au che meglio potrà’ dar seguito ai programmi elettorali, il buon senso e la coerenza imponevano l’inserimento di requisiti di partecipazione stringenti o quanto meno rispettosi dello stesso statuto. Molto probabilmente il prescelto della Politica non avrebbe potuto partecipare»