CRPO, CICALA ALZA BANDIERA BIANCA
Pari opportunità: le sentenze del Tar non saranno impugnate, ora si procederà alle nomine delle Commissarie illegittime
Commissione regionale per le Pari opportunità (Crpo): dopo la seconda sentenza sfavorevole del Tribunale amministrativo regionale (Tar) della Basilicata, il presidente del Consiglio, Carmine Cicala, ha finalmente alzato bandiera bianca. Dalla risposta dell’Ufficio legale e del contenzioso della Regione Basilicata, in relazione al ricorso vinto dall’avvocata Morena Rapolla, «i margini di successo di un eventuale appello (al Consiglio di Stato, ndr) sarebbero pressoché nulli», alla decisione, in merito alla vittoria al Tar, questa dell’avvocata Cristiana Coviello, di «non procedere all’impugnazione», la resa di Cicala è ora definitiva. Ufficialmente avviato, come anche da richiesta della presidente della Crpo, Margherita Perretti, «l’iter per la sostituzione delle quattro Commissarie le cui nomine sono state annullate». La vicenda delle 4 componenti della Crpo nominate in rappresentanza del mondo associazionistico, non poteva avere un epilogo differente. Il “Re” Carmine ha soltanto perso inutilmente tempo. Tutto, scongiurata la singolare ipotesi di un nuovo bando ad hoc, ritorna esattamente al punto di partenza. La Ia Commissione consiliare, presieduta dal leghista Cariello, dovrà «integrare l’istruttoria», dopo i rilievi del Tar, e produrre «nuovo parere » sulle candidature «già pervenute » a suo tempo e a seguito dell’Avviso pubblico dell’agosto dell’anno scorso. Cicala, nell’ottobre 2019, dopo che il Consiglio regionale, sia nella seduta ordinaria che in quella straordinaria, non procedette alle nomine e alle designazioni di propria competenza, tramite i poteri sostitutivi scelse direttamente lui. Con rinnovato iter, dopo il nuovo parere della Ia Commissione consiliare, la pratica tornerà «all’Assemblea regionale affinché proceda alla nomina delle componenti della Commissione regionale». Le nomine dovranno avvenire, come rimarcato dai giudici amministrativi lucani, sulla base dei riscontrati requisiti sia di natura soggettiva, relativi ai candidati, la professionalità, che di natura oggettiva, relativi alle associazioni designanti. Per tre delle quattro associazioni interessate dalle nomine di Cicala, il Tar ha evidenziato il difetto del requisito di rappresentatività rispetto all’Associazione Arci Basilicata. Mentre per l’Associazione Amici del Cuore di Potenza, è stato rilevato anche il difetto del requisito operativo per mancata aderenza tra le finalità dell’associazione con gli obiettivi prescritti nel bando. Cicala, però, ha già messo le mani avanti facendo appello alla possibilità che la Regione possa eventualmente «emendare una o più delle nomine sub iudice, ove possibile, dai vizi che la inficiano, ferma restando la garanzia di tutela piena offerta ai ricorrenti ». Tuttavia dalla seconda sentenza del Tar si evincono anche vizi connessi ai requisiti formali, nonchè agli oneri documentali così come prescritti nell’Avviso pubblico. Adempienze che se non rispettate, comportano l’esclusione della candidatura. La circostanza è netta e lascia spazi a margini interpretativi. Il caso è, per esempio, quello di Giuseppina Anna Selvaggi per Senior Italia Federanziani: «carenza documentale e violazione del principio della par condicio».