EOLICO SELVAGGIO AL VIA BONIFICA DEI ROTTAMI
Dopo il reportage di Cronache Lucane si corre ai ripari sulle pale sui monti tra Castelgrande e Pescopagano
Era il 23 giugno quando dalle pagine di Cronache si segnalava, con un vero e proprio reportage fotografico, la situazione di alcuni aerogeneratori ricadenti nel cosiddetto “mini eolico”. Andammo tra Castelgrande e Pescopagano, una zona montuosa spessissimo battuta anche da escursionisti ed appassionati di trekking. Siamo tornati su quella stessa strada e, a distanza di poco più di un mese, la situazione che si palesa è nettamente cambiata: un aerogeneratore che si presentava soltanto come una torre, orfana di navicella e quant’altro, oggi è al completo delle sue componenti; avanzando verso il “Valico di Monte Carruozzo” notiamo un altro sviluppo: l’aerogeneratore che si presentava con sole due pale, oggi le ha tutte e tre e proseguendo in direzione della Statale 7, una pala eolica che avevamo precedentemente immortalato con le “pale biforcute” e “mozze”, oggi si mostra smontata (non sappiamo se in fase di smantellamento o in riparazione) ma almeno non è pericolante, priva di gondola, generatore elettrico, albero di trasmissione ed ovviamente delle eliche, una delle quali, proprio quella spezzata, si vede chiaramente posizionata a terra. Insomma, qualcosa sembra essersi mosso, è il caso di dirlo. La zona, come anticipavamo, è spesso trafficata da appassionati degli sport all’aria aperta e visitatori dell’Osservatorio Astronomico, ma non solo: essendo un’altura su un crinale con vista aperta sulla vallata, è meta anche di appassionati di fotografia naturalistica, che qui si dilettano ad immortalare animali al pascolo ma anche il lago montano “Saetta”, un invaso artificiale posto sull’asta del torrente Ficocchia. Gli aerogeneratori avrebbero potuto anche essere inglobati come soggetti da fotografare nel paesaggio, se non fosse per il loro “stato di salute”, che li rendeva inevitabilmente poco fotogenici. COSA È SUCCESSO IN QUESTI GIORNI Non sappiamo se le pale fossero già ferme in attesa di manutenzione o se l’indagine partita dalle nostre colonne abbia “mosso” chi di competenza ad intervenire. Si tratta di mini eolico, pertanto aerogeneratori di privati, su terreni privati. Sappiamo però, che perlomeno l’aspetto “estetico” poco rassicurante è stato sistemato e sono state poste in sicurezza le pale pericolanti. Fatto che ci viene confermato anche da persone che regolarmente percorrono quella strada. Resta però il dubbio: se non avessimo immortalato quel frangente, oggi saremmo qui ugualmente a parlare della nuova situazione? LE DOMANDE DEI CITTADINI Dalla superstrada questi aerogeneratori di mini eolico non sono “a vista” ma basta inoltrarsi appena lungo la strada interna, che si vedono comparire su entrambi i bordi della carreggiata. Tante sono le domande che ci giungono in merito e non esclusivamente rivolte a questi aerogeneratori, ma in generale: la prima su tutte è “perché alcune sono ferme”? I motivi possono essere molteplici, dal non funzionamento, ad una giornata non troppo ventosa, dal momentaneo stop per riparazioni, all’attesa di pezzi di ricambio. Certo è che girando la Basilicata non tutte le pale eoliche sembrano di nuovissima generazione, che siano mini o mega eolico, di privati o di grandi società, e senza fare di tutt’erba un fascio, taluni non sono modelli all’avanguardia di ultima generazione. Eppure la Basilicata ha il primato per maggior numero di pale eoliche. SERVIREBBE MAGGIOR MONITORAGGIO Ciò che risuona più spesso tra gli appelli raccolti dai cittadini che non vedono di buon occhio queste situazioni di “degrado paesaggistico”, è che probabilmente occorra un maggior monitoraggio, verifiche più frequenti sugli impianti installati, e capire più a fondo la reale situazione d’origine e provenienza di apparecchi che spesso vengono in modo generico definiti di “seconda mano”. Ipotesi che però non trovano un fondamento o una valida spiegazione. Chissà che ciò non avvenga, prima o poi. Magari meglio prima che poi. Inoltre occorre considerare che per manutenzione non ci si riferisce solo alla torre con le pale, ma all’impianto, alla piazzola e pure a quelle parti che non si vedono, che ricadono al di sotto del terreno. Per l’eolico che non rientra nelle grandi società del vento, la questione è diversa, essendo di privati, su suolo privato -opinabile o meno anche dal punto di vista prettamente paesaggistico- nulla possiamo dire sul tipo di gestione che viene fatta al singolo impianto. Il rammarico però di vederli poco o per niente funzionanti, c’è. BASILICATA: PIÙ ENERGIA, MENO PERSONE Una considerazione che salta all’occhio nel nostro viaggio nell’eolico in Basilicata, è che mentre le installazioni di aerogeneratori aumentano, si abbassa di contro il numero della popolazione realmente effettiva dei lucani. Ci spieghiamo meglio: dal rapporto annuale sull’argomento, il “Med&Italian Energy Report” (2019) emerge che alcune regioni italiane contribuiscono più di altre alla produzione di energia elettrica in tutto il Paese, e la Basilicata risulta produrre un surplus di elettricità pari al 10,6% della produzione totale, non solo, ben 60% di questa elettricità deriva da fonte eolica, assegnando pressappoco l’11% della produzione a livello nazionale. Come dicevamo però, di contro la Basilicata è anche la regione che maggiormente soffre il fenomeno dello spopolamento: dati Istat alla mano, a fronte di una popolazione lucana nel 2001 pari a 597.468 persone, nel 2019 se ne contano 556.934, di cui 236.312 famiglie composte in media da 2,34 componenti, dati e numeri che non lasciano spazio ad una previsione d’inversione di tendenza o a uno stallo nelle migrazioni, ma tutt’altro. Una regione che vede dunque in rosso il bilancio demografico, stesso coloredelle luci notturne intermittenti delle pale eoliche, che brillano di contro sempre più numerose nelle notti lucane.