UNISALENTO, CASO EMANUELA ORLANDI
Al Cedad di Lecce analisi per cercare di fare chiarezza dopo 37 anni
Nuove analisi scientifiche sul caso della scomparsa di Emanuela Orlandi saranno condotte dal Cedad, il “Centro di Fisica applicata, Datazione e Diagnostica” del Dipartimento di Matematica e Fisica “Ennio De Giorgi” dell’Università del Salento. Si tratta di analisi su alcuni reperti provenienti dal cimitero teutonico della Città del Vaticano che su richiesta della famiglia, saranno sottoposti a indagini antropologiche e genetiche, che verranno effettuate a Milano dal professor Giorgio Portera, e accertamenti sulla datazione con il radiocarbonio che saranno effettuati al Cedad, diretto dal professor Lucio Calcagnile.
Per stabilire la cronologia dei reperti, i ricercatori del Cedad utilizzeranno la tecnica della “spettroscopia di massa ultrasensibile”, che utilizza un acceleratore di particelle per la misura degli isotopi del carbonio e consente di ottenere tutte le informazioni sull’età del reperto. Successivamente si effettuerà la trasformazione del gas in fase solida, cioè in grafite, prima della misura con l’acceleratore Tandetron.
Per la ricerca della compatibilità dei reperti con Emanuela Orlandi, poi, i ricercatori del Cedad cercheranno di stabilire se le misure del radiocarbonio di qualche reperto si collocheranno sulla curva del “Bomb Spike”. A causa dei test nucleari effettuati da varie nazioni dopo il 1950, infatti, tutti i reperti provenienti da individui nati dopo il 1950, come Emanuela Orlandi, presentano un aumento del rapporto isotopico del radiocarbonio con valori che si posizionano sulla curva. Se questo si dovesse verificare, si procederà alle indagini genetiche e all’estrazione del dna da confrontare con quello dei familiari.