VEJANUM: SCOPPIA IL CASO
A Viggiano Caiazza si dimette dal comitato di vigilanza della società in house del Comune e spara a zero contro Cicala
L’opposizione al Comune di Viagginao denuncia ancora una volta «mancanza di trasparenza e democrazia». La querelle tra la maggioranza guidata dal sindaco Amedeo Cicala e l’opposizione con a capo Luca Caizza si impreziosisce di un nuovo aneddoto. Al centro della denuncia questa volta c’è la società in house del comune di Viggiano, la Vejanum srl. Il consigliere comunale Caizza in modo inderogabile decide di dare le dimissioni come componente della Commissione di controllo sulla Vejanum srl.
La società in house del Comune di Vigginao, già chiacchierattisma, questa volta per Caiazza «i valori di democrazia e trasparenza sono stati totalmente stravolti. Più volte ho sollecitato di voler e dover firmare il verbale della riunione della commissione, tenutasi l’11/06/2020 (nota del 18/06/2020 prot. n. 9709/2020 e nota allegata alla DCC n. 20 del 07/07/2020) e nessun riscontro è stato registrato. Anzi, la questione è stata liquidata come atto informale, pur essendoci una PEC ufficiale di convocazione di detta commissione e la riunione tenutasi presso la casa comunale. Finanche la nota consegnata agli atti consiliari, ed allegata alla delibera n. 20/2020, non ha determinato alcuno scatto correttivo rispetto ad un atteggiamento omissivo che, evidenzia lo scarso grado di trasparenza e democrazia che alberga nelle sedi istituzionali del Comune di Viggiano».
«Non posso continuare a far parte di una commissione, il cui presidente -spiega il consigliere- confonde pacchianamente i valori della trasparenza e della correttezza, continuando a sciorinare bandi ed atti, che nulla hanno a che fare con l’espressione della pubblica amministrazione, mentre portano in dote caratteri chiaramente anticostituzionali, eludendo le elementari buone pratiche amministrative. Non firmare un verbale, equivale ad occultare l’azione pubblica e a non assumersi le proprie responsabilità, aprendo lo spettro di un qualcosa di differente e diametralmente opposto a ciò che rappresenta l’indirizzo e la gestione di un Ente pubblico. È giusto, anzi doveroso, che tutti sappiano cosa è stato discusso in quella famosa commissione, perché appare ingeneroso far passare il concetto di strane e confuse contiguità, tra chi chiede trasparenza e chi agisce assecondando un componimento già confezionato.
Non ci deve essere alcun segreto di stato, perché se così fosse risulterebbe superflua la stessa commissione. Quante altre riunioni di commissione dovremo consumare e tutte risultanti informali? Quante altre riunioni di commissioni dovremo fare, per veder assegnata sul pallottoliere della democrazia, il pallino della formalità e passare alle firme dei verbali? Non è questo il modo con cui si affrontano i problemi, dove basta evitare di redigere il referto arbitrale per conferire i criteri di ufficialità all’incontro». «Allo stesso Prefetto, dott. A. Vardè, destinatario della presente, chiedo un intervento netto, che non lasci alcuno spazio all’ambiguità istituzionale. Non intervenire, dopo anche diverse sollecitazioni presentate, equivarrebbe assecondare un comportamento omissivo, di chi vanta anche un’aura di intoccabilità. E la democrazia, come la trasparenza, non possono accettare questa stortura amministrativa.
Continuerò a lottare come consigliere per i valori della sana amministrazione, ma da componente di una commissione, non posso più accettare e sedermi allo stesso tavolo di chi pensa sempre di nascondere la polvere sotto il tappeto» conclude il consigliere Luca Caiazza.