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SANITÀ LUCANA: NULLE LE NOMINE DELLA FRANCONI

Il Tar Basilicata cassa quella di Barresi perché manca lo «sviluppo motivazionale»: stesso difetto per gli altri vertici

Sanità, Giunta Pittella: nomina sunt consequentia rerum. Il Tribunale amministrativo regionale (Tar) di Basilicata ha annullato la nomina di Massimo Barresi come Dg dell’Aor San Carlo di Potenza, effettuata nel dicembre del 2018 dall’allora Giunta regionale retta dalla facente funzioni di governatore, nonchè assessore alla Sanità, Flavia Franconi. Ciò poichè non è stato sufficientemente soddisfatto «l’onere motivazionale» a fondamento dell’individuazione del Dg. E quindi, di conseguenza, non perchè, come invece ha sempre sostenuto il centrodestra lucano, Lega in testa, il conferimento dell’incarico si è concretizzato durante il periodo di prorogatio degli organi della Regione Basilicata, in specie della Giunta), il cui mandato era scaduto il 17 novembre del 2018, giorno a partire dal quale la competenza amministrativa era limitata all’adozione degli atti di ordinaria amministrazione e a quelli di natura indifferibile ed urgente. Categorie alle quali, per giunta e teoricamente, come sostenuto anche nel ricorso dall’unico della terna non scelto, Giuseppe Spera, attuale direttore amministrativo Asp, non sarebbe riconducibile la nomina di Barresi. Le motivazioni delle sentenza, però, pongono, con l’unico accenno all’«onere motivazionale» una questione che va ben oltre il caso del Dg Barresi. Tutte le nomine dei vertici delle Aziende sanitarie lucane, con riferimento anche all’Asp di Potenza e all’Asm di Matera, effettuate dal centrosinistra tra novembre e dicembre di 2 anni fa, sono, per la Giustizia amministrativa, da considerarsi nulle. A partire dal primo prescelto per l’Aor San Carlo, Angelo Cordone, che rinunciò all’incarico, passando per Polimeni all’Asm, dimessosi l’anno scorso, e per Bochicchio all’Asp, ancora in carica, le nomine dall’analisi dei documenti consegnano tutte lo stesso, secondo il Tar errato, modus procedendi: le motivazioni della scelta del conferimento dell’incarico si basano su un copia e incolla, tecnicamente «mera replica», del giudizio in base al quale la Commissione esaminatrice ha selezionato i “papabili” Dg. Estendendo il principio sancito dal Tar alle altre nomine, e raffrontandolo con l’analisi documentale, la conclusione non può che essere univoca: tutte le nomine sono, o meglio sarebbero, tutte nulle.

L’iter burocratico per la nomina dei Dg della Sanità è definito a «struttura bifasica»: la prima fase, inerente al procedimento di formazione dell’elenco nazionale della dirigenza sanitaria nazionale e la seconda concernente il distinto procedimento di nomina dei dirigenti sanitari da parte delle Regioni. La causa al Tar è tutta incentrata sulla seconda fase, premesso che la rosa dei candidati era costituita da aventi requisiti. Il Tar ha accolto il ricorso di Spera perchè «la nomina impugnata è stata motivata unicamente attraverso il rinvio, per relationem, al giudizio espresso dalla competente commissione tecnica, incaricata di definire la terna dei candidati idonei a ricoprire la carica di Direttore generale dell’Aor». Per cui è mancato il «quid pluris motivazionale rispetto alla mera replica del giudizio idoneativo espresso dalla commissione tecnica, ferma restando la natura non comparativa della procedura di nomina», non configurando la terna una graduatoria, Per il Tar «la corretta estrinsecazione del potere di nomina », richiedeva «un ulteriore sviluppo motivazionale», in grado di enunciare, sia pure per sintesi, «la ratio della scelta concretamente effettuata al fine di consentirne il riscontro di ragionevolezza, in coerenza con il criterio legale secondo cui detta scelta deve ricadere sul candidato della terna “(…) che presenta requisiti maggiormente coerenti con le caratteristiche dell’incarico da attribuire». Ciò al fine di ridurre il margine di «totale e incontrollata discrezionalità» da parte della Pubblica amministrazione nella scelta del Dg.

Nel caso del Dg Barresi, la «mera replica» è la seguente valutazione data dalla Commissione: «esperienza maturata in aziende ospedaliere con competenze prevalentemente amministrative nel controllo delle gestione». In quella di Angelo Cordone: «notevole competenza del settore gestionale ospedaliero e territoriale; ottima conoscenza epidemiologica dei bisogni assistenziali della Regione Basilicata; professionista di comprovata capacità manageriale in particolare nel settore ospedaliero». Polimeni, identico copia e incolla: «Ottima conoscenza ed esperienza nel settore ospedaliero e territoriale». Così come nella motivazione della scelta di Lorenzo Bochicchio come Dg Asp ripetuto dalla Giunta il semplice giudizio della Commissione: «Esperienza nella gestione giuridico amministrativa di istituzione organizzativa complessa non sanitaria ed esperienza nel controllo di gestione in azienda ospedaliera». Non una coincidenza quella di Barresi, ma un modus operandi dato che 4 nomine su 4 hanno la stessa caratteristica della «mera replica». Agevole dedurre che qualora fosse stato scelto Spera, la prassi seguita dall’allora Giunta regionale sarebbe stata identica. Motivazione, «buona esperienza nel settore ospedaliero e tensione allo sviluppo delle tecnologie amministrative e gestionali», e quindi il copia e incolla del giudizio della Commissione esaminatrice. La sentenza del Tar consegna alla Regione Basilicata il potere di riedizione della nomina del Direttore generale dell’Aor San Carlo di Potenza e a Spera l’ambizione all’inserimento in una nuova eventuale rosa di candidati. Barresi potrebbe impugnare la sentenza e ricorrere al Consiglio di Stato chiedendo, nelle more del giudizio di merito, la sospensiva cautelare dell’efficacia della sentenza di primo grado. Ad ogni modo il Commissariamento appare ipotesi non praticabile anche perchè, tra gli altri motivi, il ricorso al commissario ad acta «è consentito solo per far fronte a situazioni temporanee ed eccezionali », caratterizzate, nello specifico, dalla impossibilità di procedere alla nomina di un nuovo direttore generale e, al tempo stesso, dalla impossibilità di assegnare le relative funzioni al direttore amministrativo o sanitario.

Il Dg Barresi è stato dall’inizio dell’attuale legislatura inviso al centrodestra lucano che, però, tecnicamente, per assenza di contestazioni fondate e specifiche sulla gestione dell’Aor San Carlo, non è riuscito a rimuoverlo. Il senatore lucano della Lega, Pasquale Pepe, ha commentato sui propri profili social, il verdetto del Tar con laconica espressione: «Peccato soltanto che sia stata la Giustizia a decidere, anziché politica!». Coerenza politica a questo punto vorrebbe che il centrodestra lucano, in applicazione del principio espresso dal Tar, il carente «onere motivazionale » che «vizia in radice» anche la nomina del Dg Bochicchio, applicasse due pesi e una misura per l’Aor San Carlo e l’Asp di Potenza.

Ferdinando Moliterni

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