UNA RAGAZZA DEL NORD IN MINIGONNA NELLA VAL D’AGRI
Lettere lucane
Nel 2002 presi in affitto una casa a Viggiano per scrivere un reportage sulle estrazioni petrolifere in Basilicata. Giravo con una vecchia macchina scassata che mi aveva prestato a Foggia il critico letterario Michele Trecca. Mi ero appena laureato, ed ero smarrito, non sapevo bene che lavoro fare. La notte dormivo male, spesso mi svegliavo sudato nel cuore della notte. Mi sentivo solo, e sfogavo la solitudine con l’ossessione per il petrolio. Un giorno davanti a un supermercato una ragazza bionda in minigonna mi chiese un passaggio.
Rimasi a bocca aperta, perché in Basilicata una cosa simile non la ritenevo possibile. La feci salire, ma ero imbarazzato. Era una ragazza del Nord che abitava con il fidanzato in una campagna sperduta. Parlava lentamente, e la sentivo strana, sbandata. Arrivati in questa campagna, mi chiese di entrare a casa sua, “così ti bevi un bicchiere di vino”. Mi sembrava tutto assurdo, anche perché erano le undici del mattino – questo lo ricordo bene. Entrai con lei e accesi una sigaretta.
La ragazza del Nord andò in una stanza e, tornando, mi disse che il fidanzato dormiva ancora. Mi mancava l’aria, non mi sentivo a mio agio. Dopo aver bevuto un bicchiere di vino la testa iniziò a girarmi – sentivo angoscia, ma anche un’oscura attrazione per quella nudità così sfacciata. Di colpo le dissi che dovevo andare, che dovevo lavorare. Il suo volto si fece triste. “Mi prometti che tornerai a trovarmi?” Le dissi di “sì”, ma mentii. La verità è che avevo bisogno di ordine, e quella ragazza aumentava la mia confusione. Più volte in quei giorni fui tentato di avvicinarmi a quella casa, ma sentivo che il dolore di quella ragazza era profondo, e che mi avrebbe fatto male. Tuttavia ancora oggi mi pento di non averle chiesto chi fosse, e cosa ci facesse, così in balia degli eventi, in quella terra senza conforto.
diconsoli@lecronache.info