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COVID BONUS: A VIGGIANO AFFARE DI FAMIGLIA

I Cicala fanno il pieno, oltre a Giovanni c’è l’altro fratello: Claudio. Sul sindaco Amedeo prosegue l’assordante silenzio della Lega

Comune di Viggiano, Covid Bonus: la famiglia Cicala ha fatto il pienone. Dopo il sindaco Amedeo e l’architetto Giovanni, è la volta dell’altro fratello dei Cicala: Claudio. Rispetto ai 3mila euro «a fondo perduto» che l’Ente, come da determina di «liquidazione con urgenza», girerà al sindaco e all’architetto, l’altro fratello del presidente del Consiglio regionale Carmine Cicala, Claudio, incasserà di più. Per lui l’assegno riporta la cifra di 5mila euro. Ma a salire non è soltanto l’importo del Covid Bonus subordinato al bando che il sindaco Amedeo ha approvato in Giunta. A salire è anche, rispetto a certe dichiarazioni, l’entità complessiva che il primo cittadino del Comune lucano del Petrolio percepisce: mille e 952 euro e non «un’indennità di mille e 400 euro al mese su cui pago anche le tasse».

Ad ogni modo, quella dell’indennità legata alla carica elettiva, è una vicenda che scorre su un binario separato, ma parallelo. Claudio Cicala incasserà di più rispetto agli altri due fratelli, perchè la sua domanda, ammessa, per l’accesso al Covid Bonus rientra in un’altra categoria, precisamente la G. Non si tratta, Amedeo Cicala è avvocato, di professionisti con partita Iva con residenza e studio nel Comune di Viggiano, ma di «bar, attività di ristorazione e strutture medie, non elencate al punto A (negozi di generi alimentari, diversi e ortofrutticoli, farmacie, parafarmacie, esercizi di Sali e tabacchi, edicole, panifici, macelleria, vendita Gpl. ndr)». La richiesta, accettata, è collegata alla società “Cicala Arredamenti Di Cicala Claudio”. Anche per Claudio, come per Amedeo e Giovanni Cicala, dal Comune già emesso, al di là dei condizionali del primo cittadino di Viggiano, l’ordine «di liquidare la somma ai beneficiari come da elenco allegato ».

Che il bando del Comune di Viggiano per il Covid Bonus, approvato dalla Giunta, grazie ai determinanti voti, data l’assenza di due componenti, del sindaco Cicala e dell’assessore al Bilancio, Rosita Gerardi, entrambi, poi, tra l’altro tutti e due avvocati, passati all’incasso in qualità di cittadini possessori di partita Iva, sia una duplicazione maggiorata, accettati redditi fino a 70mila euro con raddoppio della soglia dei 35mila euro come previsto da altre misure simili nazionali, degli incentivi in materia previsti da Governo e Regione, potrebbe dirla lunga sull’effettivo bisogno allargato del finanziamento «a fondo perduto» previsto dall’Ente della Val d’Agri. Ad ogni modo per il sindaco Cicala, come da delibera del giugno dello scorso anno, l’importo massimo delle indennità di funzione nella misura mensile è di mille e 952 euro. Cifra risultante dalla decurtazione, rispetto ai precedentemente previsti 2mila e 169 euro, del 10%, nel caso di Viggiano corrispondenti a 216 euro, come da relative indicazioni, risalenti al 2012, contenute nella delibera, a Sezioni riunite, della Corte dei Conti.

Precisato anche questo dettaglio, tra gli aggiornamenti quello relativo alle dichiarazioni del presidente del Consiglio regionale, Carmine Cicala. Cicala nel difendersi direttamente ha indirettamente emesso un giudizio negativo sull’operato del fratello Amedeo. Nello smentire una notizia apparsa su una testata giornalistica locale, non Cronache Lucane, «che io avrei beneficiato del bonus per le partite iva del comune di Viggiano», ha precisato di «non aver mai presentato domanda». «Valuterò – ha aggiunto sui suoi profili social Cicala – con i miei legali ogni azione tesa a tutelare la mia immagine e integrità ». Così grave, per il presidente del Consiglio regionale, l’accostamento alla percezione in prima persona del Covid Bonus, che lo stesso, per le conseguenze valutative etiche che ne deriverebbero se fosse stato vero, merita, sempre per Cicala, una querela visto il danno di immagine e di «integrità».

Nel frattempo si registra il silenzio assordante dei cosiddetti innocentisti iscritti di diritto istituzionale nella Lega. Eppure il commissario regionale, sempre pronto a discettare sulle geometrie variabili del candidato sindaco leghista di Matera, mettendo in audizione anche dirigenti regionali per simpatia e vicinanza al centrosinistra, vedi la dirigente-attrice, ancora non è intervenuto. Era parso a tutti che il nuovo suo piglio decisionista, e la sua riconosciuta capacità di mettere insieme idee e opzioni, avrebbe anche definitivamente sanato la dialettica belligerante e quotidiana che si consuma tra i gruppi di potere della Lega lucana. Ma commissario regionale a parte, nella Lega lucana tacciono tutti sulla vicenda che ha come protagonista il sindaco leghista di Viggiano. A risaltare la circostanza, il Responsabile dell’organizzazione del Partito democratico al Sud Italia, nonchè ex consigliere regionale, Piero Lacorazza. «Imbarazzo e silenzio della Lega lucana sul caso del sindaco di Viggiano Cicala – ha scritto Lacorazza sui suoi profili social -. Non mi pare di aver letto dichiarazioni da parte del Commissario regionale, del senatore Pepe, del vice presidente di Giunta».

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