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UN CANTO DI CICALE

Tacco&Spillo


Non sappiamo se nella piccola e petrolifera Viggiano si conosca l’haiku, ma la compiuta chiarezza di quel “canto di cicale” di cui parla con impassibile e contemplata visione una poesia di Matsuo Bashō può offrirci qualche spunto d’analisi che dia quantomeno valore alla lateralità d’innocenti metafore. Tanto per intenderci il canto in questione che risuona a gran cassa e da ogni parte della Basilicata è quello della famiglia Cicala ed in particolare di Amedeo, il più sanguigno ed intraprendente dei brothers che contro la bollinatura legalitaria ed etica lanciata dai giornali ha messo in scena un vero cahiers de doléances e di ragionate giustificazioni per replicare alla loro irriverenza malevola su un bando comunale, diciamo, molto partecipato.

Al suo surplus comunicativo, in declinazione plurale per quel “canto di cicale” del nostro Bashō, arriva in soccorso istruttorio, purtroppo errato, Carmine, l’alter ego politico, accasato alla presidenza del consiglio regionale che precisa sdegnato “di non aver mai presentato domanda” al bonus comunale per le partite iva, cosa che hanno fatto, però, con altrettanta libera disinvoltura e successiva rivendicazione di legittimità i suoi fratelli!


 

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