LA TESTUGGINE DEL NORD OVEST LUCANO
Filmata dal documentarista Carmine Lisandro, questa specie vive nel territorio bellese
Che il territorio della “Basilicata a Nord Ovest” sia una vera risorsa di biodiversità era risaputo, e con questo nuovo documentario del naturalista bellese Carmine Lisandro, scopriamo una nuova specie davvero inaspettata: la Testuggine palustre europea e, precisamente, la sottospecie Emys orbicularis galloitalica, rettile autoctono presente nel territorio di Bella. Quello ritratto da Lisando è un esemplare femmina, non facile da incontrare.
«Un animale, spiega Lisandro, che è dipendente dal fattore idrico per cui vive in corsi d’acqua dolce e calmi, luoghi ricchi di vegetazione, come ruscelli, torrenti e stagni, e che può allontanarsi anche di qualche chilometro: il maschio nel periodo degli accoppiamenti e la femmina quando deve deporre le uova. In natura crescono lentamente, non più di 1 cm all’anno: la taglia nei maschi va da 12 a18 cm. mentre le femmine possono superare i 20 cm». Ha un corpo protetto, nella parte superiore dal Carapace, un guscio ovale dal colore bruno/verdastro ricoperto di striature o puntini gialli che sono presenti anche sulla testa e sulle zampe, le quali hanno una membrana tra le dita che facilita lo spostamento quando sono in acqua. Nella parte inferiore ha un piastrone giallo detto Scudo ventrale che è piatto nella femmina mentre è concavo nel maschio. Le zampe anteriori del maschio hanno delle unghia molto arcuate adatte ad agganciare il Carapace delle femmina al fine di agevolare l’accoppiamento. Quando ciò avviene, dopo circa un mese, «la femmina scava con le zampe posteriori un nido profondo circa 5/10 cm. dove depone 6/12 uova bianche di forma ovale e dopo circa tre mesi di incubazione, i piccoli fuoriescono rompendo il guscio con l’aiuto di una protuberanza che cadrà dopo qualche giorno».
Anche il sesso dei nascituri è un capolavoro della natura: «è difatti stabilito dalla temperatura di incubazione -prosegue a spiegare il naturalista bellese- intorno ai 29 ° /30 ° ci saranno più femmine, al di sotto ci saranno più maschi invece, sotto i 23 ° o sopra i 33 ° l’embrione non riuscirà a svilupparsi. Nel periodo invernale, dicembre-marzo, la Tartaruga palustre europea, cade in ibernazione se la temperatura scende sotto i 10º, diversamente rimane attiva per tutto l’anno. Essendo rettili, pertanto a sangue freddo, hanno bisogno di riscaldarsi al sole per molto tempo su pietre, tronchi e, comunque, sempre vicino all’acqua, pronte a fuggire in acqua al minimo rumore sospetto, restando sul fondo anche per mezz’ora, per cui diventa difficile riuscire ad avvistarle».
La sua dieta è variegata: «è un animale che integra la sua alimentazione con vegetali, anche se è prevalentemente carnivoro, infatti si ciba di piccoli di anfibi: Girini, Salamandre, piccoli di Granchi; Molluschi: Limacce e Chiocciole e piccoli Pesci, Avannotti oppure pesci adulti morti o malati. Le giovani tartarughine hanno, ovviamente, una dieta in prevalenza fatta con larve di insetti: Libellule, Tricotteri; Bruchi e Notonette. I nemici naturali per le giovani tartarughe sono gli uccelli acquatici come l’Airone cenerino, l’Airone Bianco maggiore, l’Airone guardabuoi e Rapaci come il Nibbio bruno e il Nibbio reale, mentre i soggetti adulti possono essere predati dai Cinghiali» spiega nel dettaglio Lisandro.
Le due specie di Testuggini presenti nel nostro territorio, la Testuggine palustre europea che, in natura ha una vita media di circa 40 anni e la Testuggine terrestre (Testudo hermanni hermanni) sono, purtroppo, a rischio di estinzione ci spiega Lisandro, perché «oltre alla cattura avvenuta in passato per fini alimentari e all’azione distruttiva di habitat idonei, gli umani con la loro inclinazione a detenere Testuggini alloctone non fanno altro, una volta che il “giocattolo animale” non è più apprezzato, che abbandonarlo in natura, per cui, essendo dei soggetti molto competitivi, come la Tartaruga dalle orecchie rosse (Trachemys scripta elegans, inserita nell’elenco delle 100 specie esotiche più dannose al mondo in quanto, essendo una formidabile predatrice), rappresentano un serio pericolo per le testuggini autoctone».
La Testuggine palustre europea è protetta dalla Convenzione di Berna (Conservazione della vita selvatica, del 1979, legge n. 503/81) e dalla direttiva n. 92/43 della CEE.