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IL CANTO DEL PAVONE QUASI SETTANTENNE

Tacco&Spillo


Per una strana coincidenza estiva e nei simpatici incroci che spesso si combinano tra zoologia e politica dopo il canto imbarazzato delle cicale arriva quello paupulare e governativo di Bardi che con vanitoso orgoglio senile rivendica il ruolo di apripista della Basilicata, smascherando, pensate un po’, l’innocente copia ed incolla fatto dal governo Conte sui temi della salute e della prevenzione, tra cui la stessa chiusura delle discoteche.

Eppure sarebbe bastato una prudente e ragionata lettura di Platone per comprendere che un’idea, per quanto buona, mette sempre in libera circolazione delle copie. In questo caso rassicuriamo tutti che l’idea buona non è e non poteva venire al governatore lucano, ma alla sua omologa calabrese, Iole Santelli che per la seconda volta gli assesta un bel ceffone e pregiudica la sua capacità di deambulazione politica, già notoriamente traballante per la sua quasi settantenne età.

Rimane in piedi, invece, la miserabile e pavonata litania di far credere sempre di essere i primi della classe e di capovolgere la verità secondo l’uso domestico di Pulcinella. Sui pavoni, anche quelli di ogni età e con una vocazione efficace per la profezia, scriveva La Rochefoucauld che “hanno un canto sgraziato e distruggono i luoghi in cui abitano”.


 

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