L’AFONIA DEL COMMISSARIO DELLA LEGA MARTI
Tacco&Spillo
Sono bastati solo pochi mesi dalla nomina di Roberto Marti come commissario regionale della Lega che già è caduto vittima d’afonia con conseguente prescrizione politica al silenzio. Naturalmente, tanto per rassicurare i suoi amici lucani, la perdita della voce dovrebbe essere temporanea e con un’origine eziologica ben inquadrata sul caso dei brothers Cicala e della loro fenomenologia del bonus, diventata ormai un caso d’ironia nazionale. Eppure, si dirà, c’è silenzio e silenzio.
C’è quello operoso per meditare azioni e quello reticente per nascondere la polvere. Chi invece la voce non l’ha persa è Matteo Salvini che dopo le punizioni comminate ai furbetti del bonus, segna un altro centro con la sospensione di Marzia Casolati, rea di aver incassato un contributo a fondo perduto della Regione Piemonte di 1.500 euro per la sua gioielleria. Con i dovuti aggravamenti e come è ormai tristemente noto il caso esiste anche in Basilicata, ma di questo non pare occuparsi Marti, nonostante la truppa governativa della Lega abbia espresso coraggiosa posizione contro i bonus. Nel suo frequente engagement Sartre scriveva che ogni parola ha conseguenze. Ogni silenzio anche!