AttualitàBasilicata

CAVA DI MONTE CRUGNAME

Ora indaga la magistratura


Adesso la magistratura ci vuole vedere chiaro e sulla cava di Monte Crugname nelle frazioni di Melfi: San Giorgio, Foggiano e Foggianello si spera che la data di inizio lavori possa essere procrastinata. In quelle zone nessuno vuole la cava. Si tratta di una speranza concreta perché i magistrati vogliono capire se davvero sul tratturo in questione insiste un insediamento archeologico di rilievo. Se così fosse toccherà spiegare perché mai nessuno ha bloccato l’iter per la sdemanilizzazione prima, l’acquisto del terreno da parte dell’imprenditore alla modesta cifra di 6 mila euro poi e infine il conseguente sblocco della procedura propedeutica all’avvio dei lavori per la costruzione dell’impianto.

Questa è una storia molto strana che parte con il voto favorevole di diversi consiglieri comunali melfitani ancora in carica. Nel 2016 (a fine legislatura passata) questi amministratori avallano la sdemanializzazione del tratturo ben sapendo che vi è la richiesta di un noto imprenditore della zona del Vulture impegnato in attività estrattive minerarie. Gli stessi amministratori oggi si dicono contrari alla realizzazione della cava. Ecco qui i nomi di chi voto’ a favore della sdemanializzazione salvo poi ricredersi. In primis abbiamo il sindaco di Melfi, quindi l’attuale presidente del consiglio Gubelli , gli assessori Piccolella e Mastromartino, i consiglieri Flammia, Monico ed il proponente dell’epoca, Luigi Simonetti.

Quel caldo giorno di maggio 2016 l’opposizione era completamente assente e mai nessun esponente del centro destra si lamentò del fatto che sull’albo pretorio comunale apparse una delibera che erroneamente riportava i nomi degli assenti come favorevoli alla sdemanializzazione. Delibera poi sparita e ripubblicata con i dati corretti. Stranezze della politica! Adesso l’intervento della magistratura potrebbe chiarire molti aspetti di questa vicenda.

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