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“MESSA ALLA PROVA” PER SPINA

Caso Palamara: la richiesta dell’ex Gip del Tribunale di Potenza per «estinguere il reato»

L’ex consigliere del Csm Luigi Spina,  attuale procuratore facente funzioni di Castrovillari  ed indagato dalla Procura di Perugia per rivelazione  del segreto nei confronti dell’ex numero uno dell’Anm  Luca Palamara, ha chiesto nei giorni scorsi la messa  alla prova.  I pm umbri titolari dell’indagine Mario Formisano e  Gemma Miliani hanno già dato, con il visto del procuratore  Raffaele Cantone, parere favorevole. Esce,  dunque, di scena il primo degli indagati eccellenti nell’inchiesta  che lo scorso anno terremotò l’organo di  autogoverno delle toghe, causando le dimissioni di  ben cinque consiglieri di Palazzo dei Marescialli. Sono  queste le parole che “Il Dubbio” pubblica sull’annosa  vicenda Palamara.

Non solo. Viene inoltre ribadito  che Spina, difeso dagli avvocati Donatello Cimadomo  e Nicola Pisani, era accusato di aver informato  Palamara che la Procura di Perugia lo aveva  iscritto nel registro degli indagati per il reato di corruzione.  Il magistrato aveva appreso la notizia in quanto  all’epoca era componente della Prima commissione  del Csm. L’atto era pervenuto a Palazzo dei Marescialli  da Perugia in forma “secretata”.  Analoga informazione era stata fornita dal pm di Piazzale  Clodio, anch’egli poi indagato per rivelazione del  segreto, Stefano Rocco Fava.  Il Dubbio aggiunge che: Spina e Fava avevano comunicato  a Palamara anche l’avvenuto deposito di un  esposto, redatto dallo stesso Fava, contro il procuratore  di Roma Giuseppe Pignatone e contro il procuratore  aggiunto Paolo Ielo relativo a loro incompatibilità  e mancate astensioni nella conduzione di alcune  indagini. Palamara aveva successivamente ricevuto  anche dal procuratore generale della Cassazione  Riccardo Fuzio l’informazione della sua avvenuta  iscrizione a Perugia per il reato di corruzione. La posizione  dell’ex pg è stata però al momento stralciata.  La notizia dell’indagine di Perugia -scrivono ancoraa  carico di Palamara era stata riportata da Fatto Quotidiano  a settembre del 2018, pochi giorni prima che  terminasse la scorsa consiliatura del Csm.

Spina, già  gip del Tribunale di Potenza, è stato per lungo un esponente  di primo piano di Unicost, la corrente di centro  delle toghe.  Nel 2018 era stato eletto al Csm con 1770 voti. Esploso  lo scandalo a maggio dello scorso anno, fu il primo  a dimettersi. I vertici di Unicost, il presidente Mariano  Sciacca e il segretario Enrico Infante, successivamente  uscito dal gruppo, appresa la notizia dell’indagine,  diramarono un duro comunicato. «Sin da oggi  ci riserviamo, in caso di successivo processo, la costituzione  di parte civile a tutela dell’immagine del  gruppo, gravemente lesa. Parimenti chiediamo alle  istituzioni di intervenire tempestivamente», questo il  contenuto della nota diffusa dai vertici Unicost. Con  la messa alla prova il procedimento sarà dunque sospeso  e Spina verrà affidato all’ufficio di esecuzione  penale esterna (Uepe) per lo svolgimento di un programma  di trattamento che preveda delle attività obbligatorie.  Ad esempio, l’esecuzione del lavoro di pubblica utilità,  consistente in una prestazione gratuita in favore  della collettività, lo svolgimento di condotte riparative,  volte ad eliminare le conseguenze dannose o pericolose  derivanti dal reato. I1 programma può prevedere  l’osservanza di una serie di obblighi relativi  alla dimora, alla libertà di movimento e al divieto di  frequentare determinati locali, oltre a quelli essenziali  al reinserimento dell’imputato e relativi ai rapporti  con l’ufficio di esecuzione penale esterna.  È previsto un minimo di ore da effettuare al giorno.  Concluso il trattamento, L’Uepe trasmette al giudice  le risultanze. Non c’è una affermazione di responsabilità,  il reato viene quindi dichiarato estinto per l’esito  positivo della prova. Nato nel 2014, inizialmente  previsto per i minori è utilizzato per non lasciare macchie  sul casellario. Può essere chiesto una sola volta  e per reati che abbiano una pena non superiore ai 4  anni. Le sezioni unite della Cassazione hanno stabilito  che il limite sia calcolato solo sulle fattispecie base,  escluse le aggravanti.  Non avere alcuna condanna potrà essere per Spina un  fattore positivo in vista del procedimento disciplinare  al Csm. Procedimento che, ironia della sorte, era  stato iniziato proprio da Riccardo Fuzio. La prima  udienza davanti alla sezione disciplinare è fissata per  il prossimo 15 settembre. Con Spina ci saranno anche  gli altri quattro consiglieri del Csm che si erano dimessi  lo scorso anno, nessuno di loro è indagato, e  anche Palamara. L’ex presidente dell’Anm ha chiesto  l’ammissione di oltre 100 testimoni. Sospeso, infine,  il giudizio per Cosimo Ferri.

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