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LE DONNE HANNO VINTO: ULTIMA CORSA PER FERRARA

Dopo la mobilitazione e 40mila firme raccolte, il presidente Cotrab si dimette ma dà la colpa ad una «violenta campagna stampa»

Le donne hanno vinto. La mobilitazione messa in atto per chiedere la destituzione di Giulio Ferrara ha raggiunto il suo scopo. Dopo giorni di comunicati, raccolte firme e interventi isituzionali il presidente del Cotrab, Giulio Ferrara si è dimesso. Alla fine se n’è andato, sbattendo la porta e accusando la stampa di una «violenta campagna» nei suoi confronti. Il presidente del Cotrab rieletto il 20 agosto scorso a capo del consorzio di aziende del trasporto locale della Basilicata si è dimesso dopo il pressing, arrivato anche dalle ministre ai Trasporti e all’Agricoltura, Paola De Micheli (Pd) e Teresa Bellanova (Iv), affinché lasciasse l’incarico vista la condanna definitiva a 2 anni e 6 mesi per violenza sessuale ai danni di una dipendente della società Sita Sud, di cui era direttore nel 2009 quando si verificarono i fatti e che fa parte del consorzio, nella quale ancora oggi lavora la vittima di abusi. Le dimissioni di Giulio Ferrara, sono state confermate anche dall’assessore ai trasporti della Regione Basilicata, Donatella Merra, che ha spiegaro di aver ricevuto «informalmente» la lettera che Ferrara ha scritto al collegio sindacale del Cotrab, ai consiglieri di amministrazione e ai rappresentanti legali delle imprese aderenti al consorzio stesso e di aver ricevuto una telefonata dagli uffici di Sita Sud. Le dimissioni sono valide da oggi: «Tale decisione – ha scritto Ferrara – scaturisce dalla violenta campagna di stampa del seguito del recente rinnovo della carica. Per la serenità del lavoro da affrontare in questo delicato momento da parte del consorzio – ha aggiunto Ferrara – ritengo la mia decisione la più consona agli interessi del consorzio stesso e delle imprese tutte aderenti». Dal punto di vista formale, la rielezione di Ferrara dello scorso 20 agosto era avvenuta secondo le regole. Per questo la ministra De Micheli ha anche annunciato, nel suo post su Facebook, l’intenzione di «proporre una norma con la quale chi ha subito condanne per gli stessi motivi del sig. Ferrara non acceda mai più a simili incarichi». Con la riconferma e una petizione su Change.org che ha raccolto più di 40mila firme, il caso è diventato nazionale. La mobilitazione per una volta è ststa di quelle epiche. Le donne, le associaioni, i rapprensetanti politici e sindacali si sono espressi sotto un unico coro: chiedere il rispetto per le donne vittime di violenza che dopo aver trovato il coraggio di denunciare non possono subire anche l’umiliazione di vedersi l’uomo condannato sul posto di lavoro.

QUANDO L’UNIONE FA LA FORZA

Numerose sono state le prese di posizione, compresa una diffida della consigliera regionale di Parità Ivana Pipponzi a tutela della lavoratrice. Il coro unanime delle proteste, dalla Basilicata era arrivato in questi ultimi giorni fin nelle stanze di importanti esponenti del Governo, due su tutte le ministre De Micheli e Bonetti. La responsabile dei trasporti Paola De Micheli, aveva dichiarato di aver messo in atto tutto quanto nelle sue possibilità affinchè il presidente del Cotrab condannato con sentenza definitiva per violenza sessuale, «venisse rimosso dall’incarico ». Accompagnando il commento con l’annuncio di voler «proporre una norma con la quale chi ha subito condanne per gli stessi motivi di Ferrara non acceda mai più a simili incarichi ». A farle eco anche il lucano, sottosegretario al Mit, Salvatore Margiotta con un Tweet: «il Ministero si è espresso autorevolmente al massimo livello possibile e con la mia assoluta condivisione attraverso Paola de Micheli che ringrazio per la nettissima presa di posizione». Sulla vicenda aveva promesso interessamento anche la ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti: «La gravità di quanto accaduto in Basilicata suscita indignazione, è un sentimento comune che dice che per le donne non è più il tempo dei soprusi e del silenzio». «Dimissioni più che giuste, ringrazio le tante deputate dell’Intergruppo della Camera per le Donne, i Diritti e le Pari opportunità, che hanno firmato la mia interrogazione parlamentare su questo caso depositata ieri mattina» ha dichiarato Laura Boldrini, deputata del Pd.

IL RAMMARICO

L’unica nota stonata di questa vicenda è la mancanza di consapevolezza dello stesso Ferrara di doversi dimettere per una questione etica e morale, se non proprio di rispetto. La stonatura arriva quando specifica di voler fare un passo indietro e dare tranquillità alle aziende. Quelle stesse aziende che sono state complici di una rielezione ai danni di una vittima di violenza. È inutile negarlo manca un senso di etica quando le aziende del Cotrab nel votare il presidente non hanno posto l’attenzione alle esigenze morali di una loro dipendente. Il dubbio sorge spontaneo: senza l’interesse mediatico Ferrara si sarebbe dimesso? Lascia l’amaro in bocca doversi porre una domanda del genere.

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