ECCO PERCHÉ È GRANDE LA “PICCOLA BASILICATA”
Lettere lucane
Giro la Basilicata da quando ero adolescente, ma ancora oggi, a 44 anni, so di non aver visitato molti luoghi e tanti paesi della mia terra. Eppure sento ancora dire frasi come “la piccola Basilicata”, che sono geograficamente sbagliate, perché la Basilicata è il doppio della Liguria ed è più grande dell’Umbria. Tuttavia non mi sfugge che l’ordine di grandezza che viene espresso in termini geografici sottintende altre piccolezze, come la bassa demografia (la Basilicata registra 560.000 abitanti), la debole produttività industriale e la scarsa rilevanza politica a livello nazionale. Ma la Basilicata non è “piccola”, e questo lo sa bene chi l’ha percorsa, chi ha potuto constatare, viaggiando,quante ore di viaggio ci vogliano da Rionero a San Severino, da Irsina a Maratea, da Metaponto a Pescopagano. La Basilicata è una regione particolare, poco esibizionista, molto silenziosa, timida e insicura fino al masochismo. È solo da qualche anno – sopratutto grazie all’exploit mediatico di Matera – che ha trovato un po’ di coraggio, ma per anni ha preferito stare in silenzio o emigrare senza fare rumore. Per sottolineare ulteriormente la diversità lucana rispetto alle tre grandi regioni con cui confina, basti dire che è l’unica regione a non aver creato una mafia autoctona, in tal modo confermando la felice intuizione poetica di Carlo Levi, che definiva la Lucania “senza peccato e senza redenzione”. Per anni la camorra, la ‘ndrangheta e la sacra corona unita hanno provato a infettare la Basilicata, a occupare il suo territorio, ad affiliare gruppi e persone, ma non ci sono mai riusciti, perché i lucani sono diffidenti e miti, e non amano dare nell’occhio. I lucani sono pudichi e insicuri, e spesso si sentono inadeguati, e si vergognano di ciò che hanno, che considerano di scarso valore. Ecco perché la Basilicata sembra “piccola” anche se geograficamente è grande.
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