UNA POLTRONA PER VINCENZO TADDEI
Tacco&Spillo
Corre voce che Vincenzo Taddei, in faticata astinenza di poltrone e sabotatore non riuscito di quelle già assegnate, a cui peraltro si era pure proposto, abbia pensato di far prendere a qualcuno carta e penna per scrivere a Bardi con l’unico intento di far leva sulla compassione bonaria che solo gli anziani possono avere verso i più bisognosi, quantomeno per meritarsi un posticino in prima fila nell’agognato paradiso. A dirla tutta, la letterina pensata piena di civettuoli encomi, porterebbe il suggerimento furbesco dell’altrettanto disperato forzista, Guido Viceconte, caduto anche lui in disgrazia e sempre più sconfortato dal menefreghismo mostrato dall’assessore regionale Francesco Cupparo, sua diretta creazione politica, con ambizioni leaderistiche, anche se in perfetta girata linguistica francavillese. Eppure a dispetto della sua età avanzata, Vito Bardi al paradiso non vuole ancora pensarci, forte del cornicello della fortuna che utilizza contro il volo sinistro dei gufi. Il duetto Taddei-Viceconte lo avrebbe dovuto capire da tempo che ormai gli acronimi napoletani hanno occupato le stanze dei bottoni e messo alla porta i lucani come fossero sudditi neoborbonici. Così a loro non resta che affidarsi a San Gennaro e a qualche vacuo progetto editoriale…