È stata spesso definita “La foto più controversa dell’11 settembre”
Foto che comunque, al di là dei significati che uno vuole tirar fuori, io trovo bellissima perché fotografa la realtà; la vita di chi non colpito dalla tragedia è salvo, continua a vivere e si può permettere pose che possono sembrare, e forse sono, rilassate.
FOTO TRA LE MENO RETORICHE DELL’11settembre2001
Un’altra storia nella Storia sconosciuta
New York, 9/11 A horribly unequalled day
Ph. Thomas Hoepker
di PIERA LOMBARDI
È stata spesso definita “La foto più controversa dell’11 settembre”
19 anni fa, l’attentato alle Torri Gemelle. Quel giorno, il fotografo Thomas Hoepker – celebre firma di Magnum e uno dei più noti fotografi sulla scena mondiale – si trova a New York. Intrappolato nel traffico, non riesce a raggiungere la zona del World Trade Center. È a Williamsburg – quartiere di Brooklyn di fronte a Manhattan – quando vede un gruppo di persone sedute al sole e che parlano fra loro. Hoepker scatta, non si avvicina e non parla a questi soggetti.
La foto è troppo forte per uscire subito sui giornali. Rimane per un po’ nel cassetto. Hoepker aspetta 5 anni: è il 2006 quando compare in un libro fotografico e poi in una sua retrospettiva a Monaco, di cui farà da copertina.
Ma una foto così non passa indifferente, e il dibattito che ne scaturisce è feroce, polarizzato tra letture contrastanti e che lasciano interrogativi sulla scena, sull’atteggiamento del fotografo, sull’identità dei soggetti.
Il New York Times va giù duro con i soggetti, e non solo:
“Questo è un paese a cui piace andare avanti e in fretta. I giovani nella foto del signor Hoepker non sono necessariamente insensibili. Sono solo americani”
Sulla questione si pronuncia anche una delle persone ritratte, Walter Sipser: “Se Hoepker si fosse avvicinato a una quindicina di metri per presentarsi, avrebbe scoperto un gruppo di newyorkesi nel mezzo di un’animata discussione su ciò che era appena accaduto. Ha invece scelto di pubblicare la fotografia che gli ha permesso di trarre le conclusioni che desiderava trarre, conclusioni che hanno portato anche il New York TImes a scrivere:
“I giovani nella foto del signor Hoepker non sono necessariamente insensibili. Sono solo americani”
Una conclusione più onesta potrebbe iniziare riconoscendo la facilità con cui una fotografia può essere manipolata, specialmente nel promuovere i propri pregiudizi o al servizio della propria carriera. Tuttavia, è stato bello essere descritto come un giovane. Avevo quarant’anni quando è stata scattata la fotografia”