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LA MINACCIA DI SALVINI A BARDI

Tacco&Spillo

Corre voce che Matteo Salvini non sia rimasto per nulla soddisfatto del tour elettorale dell’altro giorno a Matera e non tanto per la cartellonistica messa in campo dagli agitatori di sinistra, su cui peraltro campeggiava anche l’affondo contro il suo mutismo al caso nazionale dei fratelli Cicala, ma per la scarsa partecipazione della piazza, ridotta in numero e demotivata nell’ordine singhiozzato e stanco degli applausi. La scena non affatto promettente, sopratutto per l’esito della competizione municipale, ha lasciato il segno a tal punto da farlo esercitare in un affondo contro la salute del governo Bardi, già precaria per via di quella svogliatezza partenopea che ha fatto del rinvio istituzionale la sua principale filosofia ispiratrice. La minaccia, tanto per chiamarla col nome giusto, è arrivata in un noto ristorante della città dei Sassi, tra una portata della cucina tipica ed un dessert di bontà pasticcera ed è stata lanciata alla presenza di autorevoli commensali, tra cui uno particolarmente pettegolo che subito si è incaricato di farla girare secondo la sua insulsa convenienza imprenditoriale. Eppure sarebbe bastato a Salvini leggere l’aforisma di Valeriu Butulescu, bravo poeta rumeno, per capire che ”non sono i nemici a minacciarci, ma le nostre debolezze”!

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