SETARO,PARCO VULTURE: «COINVOLGEREMO LA COMUNITÀ»
“Un deterrente per chi vuole depredarci; saranno coinvolte solo alcune aree, tre cui SIC e ZPS”
Come noto Muro Lucano ha già richiesto l’ingresso nel Parco Naturale Regionale del Vulture e con il Sindaco Giovanni Setaro abbiamo indagato le questioni salienti del tema.
Cosa vuol dire entrare a far parte del Parco e come si stabiliranno le aree comunali da includere?
«Ad oggi ho presentato una semplice istanza alla Regione- spiega Setaro- ipotizzando alcune aree di interesse strategico, ma vorrebbe dire portare valore aggiunto ad uno sviluppo economico qualitativo e basato su pratiche eco-sostenibili. Un Parco conserva la biodiversità del pianeta Terra, è una sorta di polizza sulla vita della nostra specie. In futuro, con l’eventuale riscontro positivo della Regione e dell’Ente Parco, sarà necessario coinvolgere l’intera comunità, stabilendo le aree comunali da far rientrare nello stesso. Sarà necessario coinvolgere prima di tutto agricoltori, cacciatori, pescatori, operatori del comparto turistico ed imprenditori in genere. Le ipotetiche aree potrebbero essere i SIC e le ZPS, quindi saranno limitate, studiate e condivise. Non verrà inglobato l’intero territorio comunale, tanto meno il centro abitato così da evitare possibili vincoli»
Quali nuove possibilità si aprirebbero per Muro Lucano? «Il Parco può essere eccellente strumento per la valorizzazione economica di risorse, basti pensare che la raccolta di funghi, tartufi, castagne è consentita prioritariamente ai cittadini residenti nei Comuni del Parco e in subordine a quelli non residenti, per scopi turistici e sociali. Inoltre tutelare l’ambiente naturale significa anche reperire ed investire le risorse necessarie per migliorarlo attraverso: riforestazioni, rinaturalizzazioni degli alvei fluviali, depurazione delle acque, bonifica di discariche e siti inquinati, creazione di invasi naturali, manutenzione di strade e sentieri, predisposizione di strutture, piani di tutela e di intervento in caso di emergenze ambientali e sociali, attività dispendiose. Un parco permetterebbe di reperire le risorse adeguate e le competenze necessarie per un’attenta ed oculata gestione e valorizzazione»
Potrebbe esserci anche un rovescio della medaglia? «Molti detrattori pensano al Parco come un insieme di regolamenti e vincoli alle attività e alle libertà imprenditoriali. Gli svantaggi invece, se esistono, sono a carico di chi vorrebbe continuare a sfruttare illegalmente le risorse del territorio senza alcun impedimento: bracconieri, taglialegna e cave abusive, piromani, chi scarica rifiuti, chi propone falsi progetti energetici, tutti coloro che traggono profitto da attività dannose per la salute dei cittadini. Nei loro confronti, il Parco rappresenterà un formidabile deterrente, in quanto contribuirà al presidio e al monitoraggio continuo del territorio, con personale e risorse proprie. Per i commercianti, i ristoratori, le imprese e la maggioranza dei residenti, rappresenterà una opportunità di crescita occupazionale e di sviluppo economico»
Prossimi passi? «Per realizzare tutto ciò è necessario avviare un percorso di studio e ricerca, cui deve far seguito una fase di intese, accordi, piani di sviluppo e tavoli di concertazione tra gli stakeholders per avviare una spinta progettuale capace di intercettare e utilizzare con successo le ingenti risorse comunitarie messe a disposizione dal Sesto Programma di azione per l’ambiente dell’Unione Europea. Le ricadute positive nel breve, medio e lungo periodo, possono essere inimmaginabili. Le aree interne della Basilicata, che oggi soffrono lo spopolamento, abbandono delle terre, svendita dei patrimoni immobiliari e ambientali, se giustamente valorizzate, possono offrire opportunità occupazionali e di business per molti residenti. Nonostante qualcuno provi a nascondere i propri interessi dietro “finti problemi” del Parco, noi disegneremo il futuro di Muro insieme a tutta la comunità»