LA PAURA DI DIMENTICARE, LA FORTUNA DI NON RICORDARE
Lettere lucane
Da qualche anno mi ossessiona il tema della memoria. Ho la sensazione di aver dimenticato troppe cose. Anche quando leggo tendo a sottolineare, a memorizzare, perché sono terrorizzato dal capire male, e dal dimenticare. A volte ho addirittura la sensazione che le cose che ricordo sono come sognate, al punto che dubito di averle vissute per davvero. Non riesco poi a vedere il disegno d’insieme della mia vita. Del passato mi arrivano continuamente dettagli, frammenti,ma il disegno d’insieme mi è oscuro – ricordo il tetto della nostra Opel Kadett Berlina piena di valigie quando tornavamo dalla Svizzera, i manifesti di un concerto di Antonello Venditti a Bernalda alla fine degli anni ’80, io che diciassettenne guido abusivamente la 126 rossa di mio padre, un libro di Sartre sgualcito, ‘zuNtoniuccio che uccide un serpente a bastonate con il braccio sinistro, ecc. Ecco, mi arrivano tanti piccoli pezzi di memoria come schegge di vetri frantumati, ma il disegno complessivo mi sfugge, non riesco a vederlo. Ho fatto tante cose nella mia vita, ma ne ricordo pochissime: di lunghe storie d’amore è sopravvissuta qualche immagine, di tanti libri poche parole appena. Eppure ho fama di avere buona memoria. E questo mi fa impressione, perché io invece sento che nella mia testa è come se ci fosse un buco nero che risucchia tutto, ogni giorno più velocemente. Non ho idea di come funzioni la memoria. So solo che tra ciò che ho vissuto e ciò che oggi mi ritorna alla mente è come se fosse avvenuto un assalto, proprio come avviene con il carro della Madonna della Bruna di Matera. A volte penso che sarebbe bellissimo rivedere in pellicola ogni attimo della propria vita. A volte invece penso che dimenticare sia una fortuna. Perché siamo stati ridicoli, malvagi, disperati, felici, e ricordarlo con precisione fa più male che bene.