OMICIDI DI DANIELE DE SANTIS ED ELEONORA MANTA: INTERVISTA ALLA CRIMINOLOGA URSULA FRANCO
UN CASO ALLA VOLTA FINO ALLA FINE Daniele De Santis, arbitro, 33 anni, ed Eleonora Manta, avvocato, 30 anni, sono
UN CASO ALLA VOLTA FINO ALLA FINE
Daniele De Santis, arbitro, 33 anni, ed Eleonora Manta, avvocato, 30 anni, sono stati uccisi a coltellate il 21 settembre scorso in uno stabile di via Montello, a Lecce.
Un vicino dei due fidanzati ha dichiarato: “Posso dire che erano le 9 meno dieci, più o meno, e abbiamo sentito le prime urla, siccome sta… la nostra abitazione dà sulla strada, all’inizio non abbiamo ben capito subito da dove provenissero e quindi…niente, abbiamo sentito queste urla, degli strilli, soprattutto di Eleonora (…) strillare forte eee però, poi, diciamo, nella prima faseee… sono finiti, non abbiamo sentito più niente, c’è stata 5 – 6 minuti di pausa e poi dopo, invece, hanno ripreso ad urlare Eleonora che diceva… io ho sentito almeno distintamente Eleonora che diceva: Andrea, finiscila! Basta!”
Abbiamo intervistato la criminologa Ursula Franco.
La Franco è medico e criminologo, è allieva di Peter Hyatt, uno dei massimi esperti mondiali di Statement Analysis (una tecnica di analisi di interviste ed interrogatori), si occupa soprattutto di morti accidentali e suicidi scambiati per omicidi e di errori giudiziari.
È stata consulente dell’avvocato Giuseppe Marazzita, difensore di Michele Buoninconti;
è consulente dell’avvocato Salvatore Verrillo, difensore di Daniel Ciocan;
ha fornito una consulenza ai difensori di Stefano Binda dopo la condanna in primo grado all’ergastolo per l’omicidio di Lidia Macchi.
Binda, il 24 luglio 2019, è stato assolto per non aver commesso il fatto.
Dottoressa Franco, che idea s’è fatta dell’omicidio di Daniele De Santis ed Eleonora Manta, è un omicidio premeditato?
Non è molto il materiale a disposizione, posso dirle che quantomeno non è un duplice omicidio maturato nelle fantasie di un soggetto sano di mente e pertanto capace di valutare i rischi che avrebbe corso mettendelo in atto in questo modo.
1) Si è recato a casa delle vittime in un orario in cui non poteva non immaginare che molti altri condomini fossero presenti nello stabile.
2) Ha attirato l’attenzione dei vicini intavolando una discussione o comunque non impedendo alle vittime di gridare e perfino di fare il suo nome.
3) Ha rischiato di non portare a compimento il duplice omicidio in quanto era in minoranza, uno contro due, avrebbe potuto anche soccombere.
4) È un caso che nessuno dei vicini l’abbia visto in faccia e fermato.
5) Ha usato un’arma che prevede il corpo a corpo e che non assicura il risultato. Peraltro, di frequente chi colpisce una vittima con numerose coltellate, come in questo caso, si ferisce e lascia tracce di sangue sulla scena del crimine capaci di inchiodarlo.
Dopo i primi colpi, infatti, il coltello si sporca di sangue e gli scivola dalle mani, in specie dopo aver colpito il tessuto osseo.
6) Si è fatto riprendere a volto scoperto da una telecamera.
Secondo alcuni si tratta di un duplice omicidio che ricalca quello di Trifone Ragone e Teresa Costanza.
Questo duplice omicidio ricorda quello di Trifone e Teresa perché, anche in quel caso, le vittime erano due giovani fidanzati e, forse, per il movente, ovvero chi ha ucciso Daniele ed Eleonora poteva essere innamorato del De Santis.
Giosuè era in competizione con Teresa, Andrea potrebbe esserlo stato con Eleonora e l’omicidio commesso nell’appartamento assume un valore simbolico:
“vi punisco, distruggo il vostro sogno proprio nel luogo nel quale si stava realizzando”
e, proprio per questa necessità del suo autore, è apparso un omicidio in parte disorganizzato, lo stile ricorda quello di Chiara Alessandri.