LE FACCE DELLA SCONFITTA
Tacco&Spillo
Non sappiamo se tra le declaratorie d’ufficio del dirigente della Regione, Massimo Calenda, ormeggiato in fucsia settembrino alla manifestazione a sostegno del candidato di centrodestra di Matera, ci sia anche la partecipazione a convention politiche, atteso che il suo lauto stipendio sia pagato anche dalle tasche dei lucani di sinistra e 5S, ma quella fila al tavolo elettorale così ben assestata e compiaciuta ha la faccia della sconfitta. Eppure e ben al di là del giubilo fanciullesco dei leghisti tolve-aviglianesi, tutti a trazione Pepe, le avvisaglie per la botta che si annuncia arrivare nella cittadina dei Sassi non sono certo mancate, almeno alle analisi dei più coscienziosi. Alla chiamata referendaria del governatore Bardi sul no, ad esempio, hanno risposto presente, tanto per riprendere il suo motto elettorale, appena ventiquattro lucani contro i settantasei che lo hanno messo in minoranza. Stessa sorte per l’assessore regionale Cupparo che non “avrà riuscito”, tanto per rimettere in piedi il suo virale e sgrammaticato slang francavillese, nel pur annunciato quadrilatero politico, per le sconfitte di Senise e Sant’Arcangelo. Così vale quello che scriveva Camus:“a partire da una certa età ognuno è responsabile della propria faccia”, anche se alcuni hanno la fortuna di perderla in fretta!