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RADAR, LA DENUNCIA ALLA COMMISSIONE EUROPEA

«Non vorremmo che per colpa di burocrati e politici miopi, chiusi nelle loro torri d’avorio, l’Italia sia condannata»


Negli anni Cronache sta seguendo la questione del “Radar meteorologico” che la Protezione Civile Nazionale vorrebbe istallare su Monte Li Foj a Picerno e le battaglie delle Associazioni per scongiurare la sua installazione. L’ultimo appuntamento fu a luglio con il Direttore generale del dipartimento regionale all’Ambiente ed Energia e Commissorio Arpab, Michele Busciolano, il Capo del Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Angelo Borrelli, l’Assessore all’Ambiente ed Energia, Gianni Rosa e il Sindaco di Picerno, Giovanni Lettieri.

Oggi “L’Associazione Amici di Monte Li Foj” e il “Comitato No RADAR Monte Li Foj Picerno” comunicano che «nella giornata di sabato 26 settembre in collaborazione per la parte giuridica, l’avvocato Alessandro Singetta e con la consulenza tecnica del dottor Pio Abiusi abbiamo provveduto a inoltrare una formale “denuncia”  alla Commissione europea per “mancata applicazione ed attuazione del diritto dell’Unione europea e violazione del principio di precauzione da parte dello Stato italiano”.

“La nostra decisione, anche se a malincuore -spiegano le Associazioni- è scaturita dal vergognoso ed inutile convegno informativo tenuto a Picerno dal capo della Protezione civile nazionale Borrelli e delle Istituzioni Regionali nel mese di luglio. La loro mancanza totale di volontà di dialogo con la popolazione locale, la chiusura ad ogni ipotesi alternativa, ci ha fatto capire che per loro la volontà popolare non ha nessun valore in confronto ad altri fattori, soprattutto economici, come dimostra la mancata presa in considerazione di dislocazione del radar sulla torre Telecom, per non mettersi contro una multinazionale (parole loro) da qui la decisione di portare le nostre istanze alla Commissione europea, mettendo in luce tutte le contraddizioni emerse anche dalle Sentenze, che pur riconoscendo in toto le nostre osservazioni, come la mancanza di valutazione di impatto ambientale (obbligatoria in caso di zone protette e Monte Li Foj è zona ZSC Natura 2000) o le loro stesse contraddizioni (prima dicono che la rete di radar funziona benissimo anche senza il radar in questione ma poi dicono che l’opera è indispensabile e urgente, dopo 29 anni da quando è stato progettato)”.

Non è tutto, e da Picerno tramite Antonio Genovese, Presidente dell’ “Associazione amici di Monte Li Foj” e “Comitato no RADAR” prosegue: «la tecnologia in tutti questi anni si è molto evoluta con sistemi notevolmente meno invasivi, sia per quando riguarda gli habitat naturali che di sicurezza per la popolazione locale (sistemi GPS), come da noi dimostrato con l’intervento del dottor Vespe dell’ASI di Matera. La totale mancanza di sicurezza riguardanti la non pericolosità delle onde elettromagnetiche, viste le discrepanze tra la vicinanza delle abitazioni sul progetto da loro redatto con  la realtà (3km da progetto invece meno di 1km in realtà), la situazione degli usi civici gravati sui terreni, ecc ecc, tutte queste considerazioni ci hanno portato a prendere questa decisione nella speranza che nel frattempo chi di dovere cominci a capire che i cittadini non sono da considerare dei sudditi a cui imporre scelte calate dall’alto, ma un entità con cui dialogare e cercare di trovare la migliore soluzione per il bene dell’intera comunità picernese, lucana ed italiana – si avvia a concludere Genovese- Non vorremmo che l’Italia tutta sia condannata dalla Comunità europea per colpa di burocrati e politici miopi e chiusi nelle loro torri d’avorio. Noi lo avevamo promesso ai nostri concittadini: la nostra lotta contro questa opera inutile, costosa e oltremodo dannosa per la nostra Montagna e per i cittadini tutti, continua finché le nostre ragioni non saranno ascoltate».

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