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Alcuni stralci della DEPOSIZIONE di GIOVANNI ANTONIO DE MARCO

UN CASO ALLA VOLTA FINO ALLA FINE  Antonio De Marco: “Sono colpevole e ammetto di avere ucciso De Santis Daniele

UN CASO ALLA VOLTA FINO ALLA FINE 

Antonio De Marco:

Antonio De Marco

“Sono colpevole e ammetto di avere ucciso De Santis Daniele e Manta Eleonora. Sono entrato in casa con le chiavi. Ne avevo una copia che avevo fatto prima di lasciare l’abitazione presa in affitto da novembre fino al lock down (…) Durante la permanenza nell’abitazione mi aveva dato fastidio qualcosa. Ho provato e accumulato tanta rabbia che poi è esplosa. Non sono mai stato trattato male. La mia rabbia, forse, era dovuta all’invidia che provavo per la loro relazione(…)

Non avendo molti amici e, per il fatto che trascorro molto tempo in casa da solo, mi sono sentito molto triste (…)

Altre volte ho sofferto di momenti di rabbia (…)

Sono andato a trovare Daniele ed Eleonora convinto di trovare entrambi. Quando sono entrato in casa i due erano seduti in cucina (…)

Ho incontrato Daniele nel corridoio il quale si è spaventato perché avevo il passamontagna.
Dopo aver avuto una colluttazione con lui, li ho uccisi.
Quando ho colpito lui ha cercato di aprire la porta per scappare.

Ho ucciso prima lei e poi ho colpito nuovamente Daniele. Dopo aver lottato con loro sono andato via senza scappare perché non avevo fiato. (…)

Il passamontagna mi è stato sfilato da Daniele il quale poi mi ha riconosciuto. Ho sentito gridare “Andrea”

Loro non hanno mai pronunciato il mio nome. Indossavo dei guanti che poi si sono strappati perdendone forse uno solo o un frammento. Dopo aver compiuto il gesto sono tornato a casa mia sita in via Fleming. Ho dormito fino alla mattina successiva.

Mi sono disfatto dei vestiti gettandoli in un bidone del secco di un condominio poco distante dall’abitazione. La fodera faceva parte del coltello che ho comprato (…)

Insieme ai vestiti c’erano le chiavi e il coltello acquistato in contanti. La candeggina l’ho acquistata presso un negozio, quella sera portavo al seguito anche uno zainetto di colore grigio con dentro la candeggina, delle fascette ed il coltello nonché della soda.

Per uccidere la coppia (…) ho acquistato il coltello da caccia presso il negozio denominato “zona militare”. Del coltello me ne sono disfatto”

dai PIZZINI 

“Appena entrato: – Legare tutti – Accendere tutti i fornelli e mettere l’acqua a bollire. Scrivere sul muro”

“Scendi dalla fermata, attraversi e ri-attraversi in diagonale poco prima del bar. In via V Veneto c’è il condominio a dx. A fine strada attento di fronte. Passare velocemente sul muro alto a sx”

 

“Pulizia: Lei/Lui: Acqua bollente – Candeggina. Poco prima di uscire soda”

 

“Nastrare le dita – Prendere i guanti – Coprire testa – Cambio maglietta – Vestizione – Prendere coltello e Fasciette (sic) – Slacciare scarpe”

 

“1 ora e mezza. 10/15 min tortura. 1 ora e 15 min. 30 min caccia al tesoro – 30 min pulizia – 15 min di controllo generale”

“Appena entrato: – Legare tutti – Accendere tutti i fornelli e mettere l’acqua a bollire. Scrivere sul muro”

“SCENDI dalla fermata, ATTRAVERSI e RI- ATTRAVERSI in diagonale poco prima del bar. In via V Veneto c’è il condominio a dx. A fine strada attento di fronte. Passare velocemente sul muro alto a sx”.

“Pulizia: Lei/Lui: Acqua bollente – Candeggina. Poco prima di uscire soda”

“Nastrare le dita – Prendere i guanti – Coprire testa – Cambio maglietta – Vestizione – Prendere coltello e Fasciette (sic) – Slacciare scarpe”

“1 ora e mezza. 10/15 min tortura. 1 ora e 15 min. 30 min caccia al tesoro – 30 min pulizia – 15 min di controllo generale”

DOTTORESSA URSULA FRANCO, un suo parere a caldo 
Criminologa URSULA FRANCO

In questi appunti sono presenti molte parole non necessarie, le parole superflue stanno ad indicare che il De Marco ha tratto piacere dal fantasticare il duplice omicidio.

Antonio De Marco ha prima goduto nel premeditare il duplice omicidio, poi le sue fantasie di dominio e di morte non gli sono più bastate e ha sentito l’impellente bisogno di passare all’act out.

Un comportamento da omicida seriale

È interessante anche il fatto che abbia scritto “Scendi”, “attraversi e ri-attraversi” come se gli appunti fossero destinati ad un altro soggetto.

Questi termini saranno materiale per una eventuale perizia psichiatrica.

Il giudice Michele Toriello
Il giudice Michele Toriello

Il gip Michele Toriello ha interrogato l’assassino reo confesso dei suoi ex coinquilini, i fidanzati Daniele De Santis ed Eleonora Manta, nel supercarcere di Borgo San Nicola dove l’indagato si trova in isolamento e sotto sorveglianza.

PIERA LOMBARDI precisa ed evidenzia :
“Si tratta di una misura dettata dalle norme anti-Covid, ma anche dall’anomalo profilo criminale del ragazzo, fino allo scorso lunedì un perfetto sconosciuto, agli occhi di chi invece lo conosceva un tipo introverso, ma mite e molto educato.”


“L’inaudita gravità dei fatti – un duplice efferato omicidio lucidamente pianificato e perpetrato con eccezionale crudeltà, senza peraltro alcuna alcun serio motivo scatenante, con l’uso di un’arma micidiale e con la progettazione di un ulteriore e raggelante corredo di condotte crudeli ed atroci (la preventiva tortura delle vittime; il messaggio da scrivere sul muro, evidentemente con il sangue delle vittime, non avendo De Marco portato con sé alcuna bomboletta di vernice) – è tale da lumeggiare di per sé sola negativamente la personalità del De Marco, rendendo irrilevante il dato formale della sua penale incensuratezza, indice del concreto ed attuale pericolo di recidivanza, ossia della circostanza che il fermato – se lasciato libero – commetterà delitti della stessa specie di quello per il quale si procede

avendo egli mostrato una inquietante capacità di porre in essere con ferocia atti di violenta aggressione alla vita di persone sostanzialmente scelte a caso (…)

L’accanimento di De Marco sui cadaveri che ha sbudellato un cadavere e appeso i relativi reperti sulla porta di ingresso delle vittime è chiaramente rivelatore di quella spietata efferatezza e di quella malvagia e inumana crudeltà che – certamente – integrano gli estremi della contestata circostanza aggravante”

Ipotesi di perizia psichiatrica?

Nel lasciare il carcere dove De Marco resta recluso, i suoi difensori hanno detto che ha risposto a tutte le domande mostrandosi collaborativo, rendendosi conto della gravità dei fatti di cui si è reso responsabile. “È molto confuso e sofferente rispetto a quello che è successo”, ha detto l’avvocato Starace aggiungendo che al colloquio d’ingresso con lo psicologo del carcere, avrebbe parlato a stento.

Interpellati sulla possibilità di una perizia psichiatrica per il loro assistito, i difensori si sono limitati a dire che è un’ipotesi in fase di valutazione. Durante i colloqui con i suoi legali, De Marco si sarebbe mostrato cosciente, avrebbe ammesso di aver sbagliato e di essere pentito, ma di non ricordare dettagli cruciali della pianificazione del delitto.

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