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CINGHIALI NEL VULTURE, DA PROBLEMA A RISORSA

Il percorso formativo è una delle attività previste dal Piano di contenimento nell’area del Parco regionale del Vulture


Per rafforzare le azioni di contenimento dei cinghiali sono stati consegnati ieri a Monticchio 35 attestati di selecontrollore e esperto nel censimento dei capi.
Il riconoscimento, rilasciato dall’Ente Parco naturale regionale del Vulture, giunge al termine di un corso di formazione organizzato col supporto dell’Osservatorio della biodiversità del Dipartimento ambiente della Regione Basilicata.
Lo annuncia l’assessore all’ambiente della Regione Basilicata, Gianni Rosa.
“Il percorso formativo – spiega Rosa – è una delle attività previste dal Piano di contenimento di cinghiali nell’area del Parco regionale del Vulture che ha attivato velocemente un finanziamento comunitario del PO FESR di cento mila euro”.
“E’ questa una delle prime azioni che mettiamo in campo, dichiara il Commissario del Parco del Vulture – Francesco Ricciardi, a cui seguirà la formazione delle guide naturaliste del Parco. Queste attività rientrano nella nuova fase di programmazione che, con il Piano del Parco, sarà meglio esplicitata anche attraverso il censimento delle emergenze e la definizione di regole di attuazione delle varie azioni”.
La selezione dei capi prevede tre modalità: l’abbattimento da postazione fissa, l’abbattimento con la tecnica della girata con un cane limiere e sette selecontrollori su postazioni fisse, la cattura con i chiusini.
“Nell’ambito di queste attività – aggiunge l’assessore Rosa – è stata creata una filiera del cinghiale che prevede la gestione dei capi abbattuti o catturati. Per i capi abbattuti è previsto il ritiro e la messa in commercio. Per quelli catturati è previsto il trasloco dei chiusini fino al macello e da qui alla rete commerciale. Per chiudere la filiera a chilometro zero e per incrementare le attività ristorazione presenti nel Parco – spiega l’assessore – è anche prevista la cessione dei cinghiali e dei pesci alieni, prelevati nei laghi di Monticchio nell’ambito di un’azione per il ripopolamento della fauna autoctona. Queste attività – osserva l’assessore – trasformano il problema in risorsa per il territorio. L’auspicio – conclude Rosa – è che anche gli altri Parchi regionali possano presto allinearsi con tali attività”.

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